Entertainment digitale e servizi online. Di seguito un altro caso di musicista indipendente e di nicchia che rende pubblici i suoi guadagni molto bassi con Spotify e ci aggiorna sulle nuove regole di YouTube.
YouTube, infatti, si appresta a lanciare Music Key, un nuovo servizio audio che si affiancherà alla piattaforma video. Per questo sta aggiornando i termini per chi carica i contenuti: ha raggiunto un accordo con le major e ora si dedica agli artisti indipendenti.
Zoe Keating è nata in Canada nel 1972, resiede a San Francisco, ed è tra le più tenaci paladine dell’indipendenza tout court. Senza etichetta, ha raggiunto un successo che pochi si aspetterebbero da una violoncellista d’avanguardia: 1,9 milioni di fan su Twitter, performance in contesti a volte imprevedibili (la cerimonia di chiusura del World Economic Forum di Davos), autosostenibilità garantita dagli album venduti tramite servizi come BandCamp .
Il YouTube Music Key è un nuovo servizio con cui l’azienda prova a irrompere nell’arena dello streaming. La scorsa primavera le etichette indipendenti accusarono YouTube di sottoporle a un ricatto: accettare le condizioni di Music Key o vedere i propri video bloccati.
Più o meno la stessa accusa lanciata da Zoe Keating in un post che da qualche giorno fa il giro del web intitolato “Cosa devo fare con YouTube?“.
“And if I don’t sign? My Youtube channel will be blocked and I will no longer be able to monetize (how I hate that word) 3rd party videos through Content ID.
I told the rep I’m happy with Content ID as it is. Can’t I just continue to participate in Content ID and not be a part of Music Key? No. The rep said they can’t have music in the free version that is not in the paid version, it would be bad for their users. All music content has to be licensed under this new agreement. How many 3rd party videos are there? As of today there are 9,696 videos and last month those videos had 250,000 (*1) monthly views. The Content ID robot sucks up more videos every day.”
Paladina non solo del do-it-yourself ma anche della trasparenza (al punto da diffondere regolarmente le cifre dei suoi guadagni digitali), l’artista spiega come funziona un meccanismo chiave di YouTube: il Content ID.
Content ID è un sistema in grado di identificare le canzoni caricate sul servizio e fondamentalmente è la ragione per cui i video musicali sono gratis. Dopo aver riconosciuto i brani, YouTube chiede agli artisti: “li rimuoviamo o aggiungiamo una pubblicità e ci dividiamo il guadagno?”
Quasi tutti scelgono la seconda opzione, Zoe Keating compresa: secondo Content ID su YouTube ci sono 9696 video non caricati da lei, ma con la sua musica. Solo che adesso, scrive Zoe, YouTube le ha fatto una proposta che non può rifiutare: visto l’arrivo di Music Key, la società ha chiesto all’artista di accettare tutte le nuove condizioni e caricare la sua musica anche sul servizio streaming, sia gratis che a pagamento. Zoe Keating è libera di tirarsi indietro, ma in quel caso perderà il diritto di monetizzare i video riconosciuti dal Content ID.
YouTube ha provato a smentire le affermazioni della Keating, che però appaiono circostanziate e credibili (nonché rafforzate dalle precedenti denunce delle etichette indipendenti).
Il problema è che in condizioni sempre più vicine al monopolio, come quelle che si stanno configurando in molti settori dell’intrattenimento digitale e dei servizi online, la possibilità di scelta si sta tramutando in obbligatorietà.
Spero di averti dato qualche indicazione utile su come funziona YouTube.
Io ho finito e adesso tocca a te
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