Coproduzione cinematografica: la guida essenziale

Fare un film è un’avventura. Ma quando si decide di farlo insieme ad altri, magari da Paesi diversi, l’avventura può trasformarsi in un labirinto legale. Parliamo di coproduzione cinematografica: un accordo che condivide gloria, rischi e (si spera!) profitti. Ma attenzione: questo accordo è il cuore legale del tuo film. Un errore qui, e il tuo progetto rischia di non vedere mai la luce.

Coproduzione cinematografica significato

Per definizione il contratto di coproduzione cinematografica è un accordo tra due o più società che si spartiscono la proprietà di un film, dividendo non solo i profitti ma anche i rischi della realizzazione di un film. Le imprese cinematografiche possono partecipare con imprese estere alla produzione di film, sulla base dei trattati stipulati dall’Italia con altri Stati (coproduzione cinematografica internazionale).

  • Due o più società collaborano per produrre un’opera audiovisiva.
  • Viene attribuita una quota di proprietà che rispetti l’apporto di ciascuna società.
  • Collaborare al lavoro richiesto, combinare le forze, condividere i profitti (o le perdite) nelle proporzioni concordate.
  • Ogni produttore possiede il 100% dei diritti del proprio Paese e una quota proporzionale al proprio apporto di coproduzione dei diritti nel resto del mondo, ROW (Rest of the World), esclusi i Paesi di coproduzione (Territori riservati).
  • Fine: ottenere la nazionalità nel proprio paese, per accesso a finanziamenti pubblici (governativi, regionali…), il cosiddetto soft money.

Attenzione: non tutte le collaborazioni sono coproduzioni!

È facile confondere gli accordi. Ma fare confusione può portare a gravi problemi legali e finanziari.

NON sono accordi di coproduzione:

  • Contratti di Co-finanziamento: Una parte mette soldi, riceve una percentuale dagli utili, ma non è proprietaria del film.
  • Contratti di Commissione: Tu paghi qualcuno per fare un film, e tu ne diventi l’unico proprietario dei diritti.
  • Contratti di Pre-vendita: Anticipi soldi per il film in cambio di diritti specifici (es. TV), ma non partecipi ai profitti generali.
  • Contratti di Licenza: Riguardano l’uso di specifici diritti sul film (es. distribuzione in un certo Paese), non la proprietà condivisa.

Coproduzione cinematografica: cos’è veramente?

Non è una semplice collaborazione. È un patto tra due o più società per:

  • Dividere la Proprietà: Ogni partner ha una quota del film, proporzionale al suo contributo.
  • Condividere Profitti e Rischi: Se il film va bene, si guadagna insieme. Se va male, si affrontano le perdite.
  • Ottenere la Nazionalità: Il grande vantaggio! Il film è riconosciuto come “nazionale” in più Paesi. Questo sblocca l’accesso a:
    1. Finanziamenti Pubblici (Soft Money): Soldi di Stato, fondi regionali, agevolazioni fiscali che altrimenti non avresti.
  • Dividere i Diritti:
  • 100% nel Proprio Paese: Ogni produttore ha tutti i diritti nel suo territorio.
  • Quota Proporzionale nel Resto del Mondo (ROW): I profitti globali vengono divisi in base ai contributi di ciascuno.

Quali sono le clausole contrattuali fondamentali di una coproduzione?

Un accordo di coproduzione solido deve definire in modo chiaro i ruoli e le responsabilità di ogni partner. Le clausole fondamentali da includere sono:

  • Quote di Partecipazione: Stabilisce la percentuale di apporto finanziario e la relativa quota di proprietà di ciascun produttore. Questa clausola è cruciale per la ripartizione dei diritti e degli utili.
  • Budget e Piano Finanziario: Deve includere un piano dettagliato dei costi e definire chi è responsabile in caso di sforamenti di budget, spesso in proporzione alle rispettive quote di partecipazione.
  • Ripartizione dei Diritti: Specifica come vengono divisi i diritti di sfruttamento economico del film, spesso assegnando a ciascun coproduttore i diritti esclusivi nel proprio territorio e dividendo in modo proporzionale i proventi nel resto del mondo.
  • Responsabilità Creativa e Artistica: Delinea i compiti specifici di ciascun produttore, incluse le decisioni su sceneggiatore, regista, cast e montaggio, per evitare conflitti durante la produzione.
  • Titolarità del Materiale: Stabilisce che la proprietà del negativo originale e di tutto il materiale di produzione sia congiunta, in base alle quote di partecipazione.
  • Gestione della Controversie: Prevede una procedura chiara per la risoluzione di eventuali dispute tra i coproduttori.
  • Requisiti Normativi: Fa riferimento agli accordi internazionali di coproduzione (es. Convenzione Europea) e alle normative nazionali, specificando che l’accordo è subordinato all’approvazione delle autorità competenti per ottenere lo status di coproduzione ufficiale e i relativi benefici.

Gli elementi cruciali del contratto di coproduzione

Il contratto di coproduzione è la base di ogni progetto e ogni dettaglio è fondamentale.

  • Premesse: Devono specificare l’origine del progetto e gli accordi già presi con figure chiave come il regista e gli attori.
  • Definizioni: Devono chiarire i termini tecnici per evitare ambiguità, definendo cosa si intende per “costo” o “ricavo netto”.
  • Controllo e decisioni: È cruciale stabilire chi è il produttore principale e chi ha l’ultima parola sulle decisioni critiche. La mancanza di chiarezza su questo punto può portare a paralisi e litigi.
  • Obblighi e budget: Il contratto deve definire gli obblighi di ciascun partner e allegare un piano finanziario dettagliato, specificando chi paga in caso di sforamento del budget.
  • Crediti e profitti: Devono essere precisati i dettagli per la ripartizione dei guadagni globali e la gestione dei crediti.
  • Diritti futuri: È importante decidere subito a chi spetteranno i diritti su eventuali sequel, prequel o spin-off per non perdere opportunità future.

Convenzione europea sulla coproduzione cinematografica

Quando più Paesi del Consiglio d’Europa sono coinvolti in una coproduzione cinematografica, possono fare riferimento alla Convenzione europea sulla coproduzione cinematografica. Questo accordo è valido anche se non esistono trattati specifici tra i Paesi. L’Italia ha stipulato accordi bilaterali con 26 Stati, ma la Convenzione funge da “minimo comun denominatore” per facilitare le coproduzioni, specialmente quelle che coinvolgono almeno tre Paesi.

L’obiettivo della Convenzione è incoraggiare la collaborazione, salvaguardare la libertà creativa e difendere le diversità culturali europee. Per essere considerata un’opera cinematografica europea, un film deve raggiungere almeno 15 punti su 19, basandosi su criteri come nazionalità di regista, sceneggiatore, cast e troupe tecnica. La partecipazione di produttori extra-europei non può superare il 30% del costo totale.

Convenzione europea di coproduzione cinematografica

Le condizioni previste dalla Convenzione europea di coproduzione cinematografica includono:

  • Apporti dei coproduttori: Gli apporti minimi e massimi dei coproduttori devono variare tra il 10% e il 70% del costo totale.
  • Comproprietà: Ogni coproduttore ha il diritto di comproprietà sul negativo originale, sulle immagini e sulle musiche.
  • Equilibrio: Gli investimenti e le partecipazioni tecniche e artistiche devono essere proporzionate all’impegno finanziario.
  • Facilitazioni: I Paesi firmatari devono adottare misure per facilitare la realizzazione, l’esportazione e la partecipazione a festival.

L’Italia ha anche stipulato accordi bilaterali con altri Paesi. Ad esempio, gli accordi con la Turchia (firmato nel 2006 e in vigore dal 2011), la Spagna (firmato nel 1997 e in vigore dal 1998), la Germania (firmato nel 1999 e in vigore dal 2002) e il Canada (firmato nel 1997 e in vigore dal 1999) stabiliscono le condizioni per le coproduzioni tra le parti.

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Sono Claudia Roggero, avvocata specializzata in Proprietà Intellettuale, Diritto d’Autore e dello Spettacolo. La mia missione non è solo guidarti attraverso il labirinto normativo che governa il mondo delle arti, della musica, dell’audiovisivo, dell’editoria e del digitale. Con bravura ed una competenza d’eccellenza, mi dedico a trasformare le complessità legali in opportunità strategiche, sempre con un approccio profondamente umano.

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