Retrocessione dei diritti: un diritto cruciale per gli autori
La retrocessione dei diritti permette a un autore di riprendersi la sua opera se l’editore o il produttore non la sfruttano. Questo meccanismo, fondamentale per proteggere i creatori, è stato potenziato dalla nuova Direttiva Europea sul Copyright.
La Direttiva UE 2019/790 ha introdotto il diritto di revoca per mancato sfruttamento. Se un’opera non viene utilizzata entro un “periodo ragionevole”, l’autore può notificarlo al licenziatario. Se quest’ultimo non agisce entro i termini, l’autore può revocare il contratto e riappropriarsi dei diritti, dando una nuova vita alla sua creazione. La Direttiva ha anche rafforzato la trasparenza, obbligando i licenziatari a fornire report dettagliati sui ricavi e permettendo all’autore di chiedere un compenso più equo.
Questo diritto è un’evoluzione di quanto già previsto dall’articolo 50 della legge sul diritto d’autore. L’articolo 50 si applicava solo ai film. La nuova normativa estende il diritto di revoca a tutti i settori creativi e a ogni tipo di contratto. Non si concentra più solo sul “mancato compimento”, ma sul più ampio concetto di “mancato o insufficiente sfruttamento“.
L’articolo 50 non è stato formalmente abrogato, ma è di fatto superato dal Decreto Legislativo n. 177/2021, che ha inserito nella LDA una disciplina più moderna e applicabile a tutti i creatori.
La causa tra Truman Capote e Paramount

Il fiduciario del fondo di beneficenza di Truman Capote, l’autore del libro, ha citato in giudizio la Paramount. Sostiene che i diritti per produrre prequel o sequel siano tornati a lui. L’accordo del 1991 prevedeva la retrocessione dei diritti se la Paramount non avesse realizzato un film entro un certo tempo.
- La posizione del fiduciario: Dato che nessun film è stato prodotto, il fiduciario rivendica la proprietà. Ha già ricevuto offerte per una serie TV e la Paramount ha bloccato le trattative.
- La posizione di Paramount: La casa di produzione contesta la retrocessione. Sostiene che aveva il diritto, ma non l’obbligo, di produrre il film. Per questo diritto ha già pagato una somma di denaro.
Un precedente legale importante
Questo caso è molto simile a una vecchia disputa sui diritti del film “La Finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock. In quel caso, la Corte Suprema costrinse la Paramount a rinegoziare l’accordo. La sentenza stabilì che i diritti potevano tornare all’autore del libro.
La nuova causa su “Colazione da Tiffany” stabilirà se la Paramount ha il diritto, senza limiti di tempo, di produrre un nuovo film, o se i diritti sono tornati all’autore.

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