Ă pubblicato, sul sito della Camera, lo schema di D.Lgs. di attuazione della Direttiva Copyright n. 2019/790/UE, approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 5 agosto 2021.
Direttiva copyright: il decreto attuativo (2021)
Attuazione della direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sul diritto dâautore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE (Ministro della cultura)
La direttiva vuole modernizzare il quadro giuridico della UE in materia di diritto dâautore rendendolo adatto al contemporaneo ambiente digitale e assicurando la protezione del diritto dâautore e dei diritti connessi.
La nuova regolamentazione vuole porre rimedio alle problematiche legate alla circolazione incontrollata delle opere dellâingegno attraverso lâaggiornamento delle norme sul diritto dâautore, per adattarle alle modalitĂ di accesso ai contenuti online da parte degli utenti.
Il recepimento della direttiva europea copyright
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE (295)
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini commenta cosi l’adozione da parte del Consiglio dei ministri dello schema preliminare di decreto legislativo:
Con il recepimento della direttiva copyright viene rafforzata la tutela degli autori e degli artisti con norme chiare e meccanismi trasparenti e adeguati all’era digitale. Nell’elaborare questo provvedimento, condiviso con tutte le realtĂ del settore, si è deciso di prediligere la tutela degli autori, dando loro il giusto rilievo. Senza il gesto creativo, non c’è contenuto: di questo bisogna tener conto lungo tutta la filiera del settore, tanto piĂš considerando il notevole salto tecnologico conosciuto negli ultimi anni. Il valore autoriale, cosĂŹ come quello degli artisti interpreti ed esecutori, deve essere difeso, anche attraverso una maggior trasparenza da parte delle piattaforme digitale dell’utilizzo dell’opera creativa
Ma quali sono le principali novitĂ dello schema di decreto?
Nel recepire la direttiva ue sul copyright, il decreto:
- prevede la diffusione, la condivisione online e il libero riutilizzo di copie non originali di opere dâarte divenute di pubblico dominio;
- riconosce agli editori, sia in forma singola che associata, un diritto connesso per lâutilizzo delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori di servizi delle societĂ di informazione, delle societĂ di monitoraggio media e rassegne stampa. in tal senso, viene riconosciuta agli editori la possibilitĂ di negoziare accordi con tali soggetti per vedersi riconosciuta unâequa remunerazione per lâutilizzo dei contenuti da loro prodotti;
- riconosce il ruolo dellâAGCOM quale soggetto a cui rimettere la definizione del quantum di un accordo tra le parti in caso di difficoltĂ nella conclusione di una licenza per lâutilizzo di opere audiovisive sulle piattaforme video on demand tra i soggetti operanti nel settore e i titolari di diritti.
Di rilievo, poi, gli obblighi di trasparenza che consentono agli autori, interpreti e esecutori di ottenere dal concessionario o licenziatario, con cadenza almeno trimestrale, informazioni aggiornate e complete sullo sfruttamento e sullâesecuzione delle loro opere.
Le principali novitĂ a favore degli artisti:
- la nuova stesura dellâart.46 della legge sul diritto dâautore: gli artisti e gli autori di opere cinematografiche avranno diritto di ricevere una parte degli incassi generati dalla diffusione dei film nelle sale cinematografiche;
- estensione dellâequo compenso agli artisti che hanno preso parte ad opere teatrali trasmesse su qualsiasi piattaforma;
- estensione dellâequo compenso anche ai direttori del doppiaggio;
- introduzione di un nuovo diritto di ricevere un corrispettivo aggiuntivo (proporzionale e adeguato) che spetta anche agli artisti interpreti esecutori commisurato ai ricavi maturati dalle opere a cui hanno preso parte.
Approvata la nuova direttiva europea Copyright: cosa cambia (2019)
Il 26 marzo 2019 il Parlamento europeo ha approvato il testo della direttiva per la riforma del diritto d’autore digitale. Il processo legislativo, iniziato nel 2016 si è cosi concluso per il Parlamento europeo. Ora tocca agli Stati membri che dovranno approvare la decisione del Parlamento.
Le nuove leggi europee sul copyright, che includono salvaguardie alla libertĂ di espressione, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare con i giganti del web.
La finalitĂ della direttiva per una legge europea sul copyright, vorrebbe garantire che diritti e obblighi del diritto d’autore si applichino anche online. YouTube, Facebook e Google News sono i gestori online che saranno piĂš direttamente interessati da questa legislazione.
Cosa cambia con lâapprovazione della nuova direttiva europea copyright
IÂ punti fondamentali della riforma del copyright digitale, estratti dal comunicato pubblicato dal Parlamento europeo, sono:
- La responsabilitĂ diretta delle piattaforme Internet per i contenuti caricati sul loro sito: gli editori di notizie avranno il diritto di negoziare direttamente accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.
- Hyperlink ad articoli di attualitĂ accompagnati da “singole parole o brevi estratti” saranno condivisi liberamente. La condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva.
Tuttavia, la direttiva contiene anche delle disposizioni per evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino. Lo “snippet” può quindi continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook, a condizione che sia “molto breve”. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche, è stato protetto ancor piĂš di prima, garantendo che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
- La direttiva mira ad aumentare le possibilitĂ dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet.Â
Attualmente, le aziende online sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti solo su richiesta del titolare. Tuttavia, ciò è oneroso per i titolari dei diritti e non garantisce loro un reddito equo.
La responsabilitĂ delle societĂ online aumenterĂ le possibilitĂ dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonchĂŠ editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, ricavando in tal modo una remunerazione piĂš giusta per l’uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.
- L’eccezione o la limitazione della direttiva dovrebbero applicarsi a tutti gli istituti di istruzione primaria, secondaria, professionale e superiore riconosciuti da uno Stato membro. Essa dovrebbe applicarsi solo nella misura in cui gli utilizzi siano giustificati dai fini non commerciali della particolare attivitĂ didattica. La struttura organizzativa e i mezzi di finanziamento di un istituto di istruzione non dovrebbero essere fattori decisivi per stabilire la natura non commerciale dell’attivitĂ svolta.
- Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi piĂš leggeri rispetto a quelle piĂš consolidate.
- Meme o GIF sono espressamente esclusi dalla direttiva.
Nuova direttiva sul diritto digitale dâautore: lâopinione di Google
La direttiva, dunque, impone una nuova regolamentazione per Google e Facebook che, comunque, hanno giĂ vinto sul piano mediatico: infatti si discute di un rischio censura piĂš che della loro irresponsabilitĂ per i contenuti che sfruttano e monetizzano a fini pubblicitari.
Lâaccordo sostenuto dal Parlamento deve essere ancora formalmente approvato dal Consiglio dei Ministri UE. EntrerĂ in vigore due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Nuova direttiva copyright (2016)
Nuova Direttiva Copyright (per leggerla clicca qui)
La nuova normativa è:
- sostenuta da produttori di contenuti, ovvero gli editori, che spingono per una diversa remunerazione delle loro opere, e
- contrastata da chi invece vede il rischio che internet sia meno libera.
In particolare, tra le proposte, câè lâestensione delle licenze anche agli âsnippetsâ di contenuti: non solo lâarticolo ma anche il titolo, il sommario e altri elementi che in genere vengono utilizzati per introdurre il link su cui clicca lâutente. Lâarticolo 11 della Direttiva statuisce infatti una sorta di tassa per i link a carico delle grandi piattaforme online, come Google e Facebook, tenute a pagare per poter linkare i siti di notizie.
Lâaltro aspetto critico riguarda lâobbligo per le piattaforme (YouTube, Instagram, ecc.) di prevedere dei filtri capaci di individuare il caricamento di video o immagini protetti dal diritto di autore. Il filtro potrebbe diventare un filtro alla libera espressione. Lâarticolo 13 della Direttiva impone una verifica preventiva dei contenuti pubblicati online per evitare la violazione del diritto dâautore, affidando questa funzione di filtro alle stesse piattaforme.
La Commissione Europea sostiene “alcune delle peggiori riforme al mondo delle norme sul diritto d’autore” al Parlamento europeo, tra cui il link tax a sostegno dei giganti dell’editoria.
Nuova Direttiva Copyright: il 14 settembre 2016 la Commissione europea ha presentato ufficialmente al Parlamento europeo la sua nuova direttiva sul Copyright.
Nonostante l’opposizione di  100.000 gruppi di societĂ civile e utenti di Internet, la direttiva include dei piani per una nuova tassa sui link, la concessione di nuovi ampi poteri per la pubblicazione di frammenti di testo utilizzati in collegamenti ipertestuali che dovranno essere pagati agli editori.
Tax Link
Il Parlamento europeo dovrĂ prendere in considerazione la proposta dei Tax Link della Commissione, che arriva sulla scia di una vittoria degli editori profondamente preoccupante. Infatti la corte superiore della UE ha stabilito che i siti web possono essere ritenuti responsabili solo per il collegamento a contenuti protetti da copyright.
“Tra la Direttiva sul Copyright di oggi e la recente sentenza CGUE, è chiaro che il diritto ad utilizzare i link è sotto attacco in tutta Europa”,
ha detto Ruth Coustick-Deal, specialista dei diritti digitali per OpenMedia.
“Ogni possibilitĂ di successo che impedisca l’utilizzo dei link indebolisce le fondamenta dell’open Internet. Se queste proposte passano, il nostro diritto di condividere e accedere ai contenuti liberamente sarĂ ridotto drasticamente. Questa cattiva idea non ha funzionato in nessun paese in cui è stato approvato in precedenza.”
Le proposte della Commissione sono state consegnati al Parlamento Europeo a fianco del discorso sullo Stato dell’Unione del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. La tanto attesa direttiva Copyright del mercato unico digitale è il risultato di 2 anni di consultazione pubblica durante la quale decine di migliaia di cittadini dell’UE impegnati in buona fede.
Coustick-Deal ha proseguito:
“Decine di migliaia di cittadini dell’UE si sono in buona fede impegnati nelle consultazioni della Commissione, e in modo schiacciante si sono opposti. Invece di rispettare il processo democratico, la Commissione ha deciso di ignorare questo feedback e i cittadini europei dovranno affrontare inermi la proposta di alcune delle peggiori norme sul diritto d’autore. Fortunatamente, i deputati avranno l’ultima parola – la Commissione ci ha portato in questo pasticcio e ora tocca ai deputati risolvere il problema”.
If most #copyright consultation responses came from citizens why did @EU_Commission ignore them? #SaveTheLink

Una delle prioritĂ del Presidente della Commissione: la mia prima prioritĂ sarĂ far si che le politiche che servono a creare crescita ed occupazione siano al centro dellâagenda politica della prossima Commissione europea. Per fare tutto ciò, abbiamo bisogno di un ingrediente chiave: dobbiamo creare un mercato unico digitale per consumatori ed imprese, sfruttando le grandi opportunitĂ delle tecnologie digitali, che non hanno limiti.
Per far questo, abbiamo bisogno del coraggio di abbattere le barriere nazionali in materia di regolamentazione del sistema delle telecomunicazioni, diritto dâautore e protezione dei dati, gestione delle frequenze radiofoniche e diritto della concorrenza.
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