Diritto d’Autore e Videogame: i videogiochi sono tutelati dalla legge sul diritto d’autore?

Diritto d’Autore e Videogame

Diritto Autore VideogameI videogiochi sono tutelati dalla legge sul diritto d’autore?

Non esiste alcuna specifica regolamentazione o definizione di videogioco secondo la legge italiana. In Italia, le opere multimediali non sono espressamente definite dalla legge sul diritto d’autore del 1941, modificata nel 2003. Tuttavia i videogiochi, sono menzionati nell’art. 171-ter per quanto riguarda l’illecito penale e l’art. 181-bis, che prevede l’obbligo del bollino SIAE sia per i software che per le opere multimediali al fine di garantire la loro originalitĂ . La costruzione dello status giuridico dei videogiochi è stata creata dalla giurisprudenza e dalla dottrina.

I videogiochi possono essere tutelabili secondo la legge sul diritto d’autore, valendo sempre  i criteri di originalità e creatività per la tutela di un’opera dell’ingegno.

I videogiochi sono “sequenze di immagini in movimento” di cui alla  all’art. 171 ter  della legge sul diritto d’autore sulla punibilitĂ  di ogni abuso o utilizzo non autorizzato rende legittima una tale domanda. La sentenza della Suprema Corte n. 1204/1999, segnò un punto fermo in giurisprudenza, definendo i videogiochi anche i “programmi per elaboratori” contenenti immagini in movimento, e non escludendo l’obbligo della vidimazione SIAE. Resta altresì pacifica, indottrina e in giurisprudenza, l’assimilazione dei videogiochi alle opere cinematografiche. La sentenza del Tribunale di Milano del 6 novembre 2015 – al quale la nota societĂ  di videogiochi Nintendo si era rivolta per lamentare la realizzazione illecita di copie dei propri videogiochi – affronta la questione dell’inquadramento giuridico del videogioco e della conseguente sua proteggibilitĂ , anche a fronte della recente espansione del fenomeno videoludico.

Diritto D’Autore e videogame: Classificazione.

La prima pronuncia in materia di tutela dei videogiochi risale al 1982 . Il videogame viene definito come “il gioco creato per alleviare i malati dalla noia” (Pretura di Torino, 25 maggio 1982). Nel negare l’applicabilitĂ  delle norme sul diritto d’autore ha riscontrato la violazione dell’art. 2598 c.c. in relazione sia all’imitazione servile, in quanto le immagini del gioco erano “sorprendentemente identiche”, sia la correttezza professionale, in  quanto “la riproduzione di un programma di altrui produzione risparmia al produttore cospicue spese di progettazione e di ricerca, quali vengono assorbite dalla sempre più raffinata tecnica sofisticatrice.” Nel 1982 non poteva essere applicato il diritto d’autore per la protezione del software, ma la copia fu impedita in base alla legge sulla concorrenza sleale.

Videogame diritto autore

La sentenza che per prima ha definito il videogioco come “immagine in movimento” è sempre del Tribunale di Torino e risale al 1983. Le “immagini in movimento” caratterizzano qualsiasi videogioco, classificandolo come un’opera audiovisiva. In questo modo si apre la porta alla protezione del copyright e alla sua applicazione. Nel giudizio di Dalvit del 25 maggio 2007, la Corte Suprema italiana, consapevole del divario nella legislazione e del fatto che il concetto di “immagine in movimento” non fosse sufficiente a comprendere la complessitĂ  dei videogiochi, finalmente li classifica come opere multimediali. Questo stato giuridico è stato confermato dalla successiva giurisprudenza.

Videogame diritto autoreVa tuttavia rilevato che la ragione di questa sentenza era limitata ad un approccio penale, in quanto i giudici, dopo aver classificato i videogiochi come opere multimediali, hanno applicato le sanzioni penali relative alle vendite delle copie non autorizzate a norma dell’articolo 171 ter f bis della legge sul diritto d’autore. La Dottrina ha creato una definizione di videogame: un prodotto che combina contemporaneamente, in forma digitale, testo, grafica, suoni, immagini e software.

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