Le Dauphin Pirate: il diritto d’autore tutela i film pronografici?

Le Dauphin Pirate

Il noleggio non autorizzato di film pornografici è una violazione del diritto d’autore? Un sito internet può essere condannato per aver proposto, tra i film offerti in VOD, film pornografici che non era autorizzato ad utilizzare?

Al Tribunale di Lione (il TGI ) è stato chiesto di determinare quando e se un sito di affitto di video pornografici può aver violato la legge sul diritto d’autore per aver offerto, nel proprio catalogo, film di un certo regista senza autorizzazione.

Per vincere una causa di diritto d’autore la prima cosa che deve essere certa e provata è che l’opera, di cui si chiede la protezione, sia originale. I film pornografici sono un genere di film che possiedono questo requisito? Sono film originali e quindi tutelabili?

Il Fatto

Un sito web francese di VOD ha ritenuto di poter proporre, sulla propria piattaforma, film pornografici senza l’autorizzazione del produttore delle pellicole.

Per questo il 7 febbraio 2017, il TGI di Lione si è pronunciato sulla richiesta di condanna del sito Vodx.fr per contraffazione di marchio, violazione del diritto d’autore e concorrenza sleale per uso del nome John B. Root, pseudonimo del regista dei film.

La società di produzione dei film porno (“Le Dauphin Pirate”), ha scoperto che il sito Vodx.fr proponeva otto film sottratti dal suo catalogo, in VOD e senza alcuna autorizzazione. In risposta alla diffida inviata, il sito ha rimosso i film, sostenendo, però, di aver ottenuto il permesso ad utilizzarli dalla società del regista VMD (Marc Dorcel), con la quale aveva sottoscritto anche un accordo di partecipazione agli utili.

La società “Le Dauphin Pirate” ha vinto la causa per sette degli otto film in questione, non in merito alla violazione di diritto d’autore, che non è stata dichiarata, ma per uso illecito del marchio.

La Corte ha, prima respinto l’ipotesi per cui il contratto sarebbe stato sottoscritto con la VMD, atteso che quest’ultima non compariva in nessuno dei titoli dei film contestati. Infatti non è stato dimostrato che la VDM avesse mantenuto alcun diritto sui film.

Il sito si è poi difeso sostenendo che i film pornografici non sono protetti e tutelati dalla legge sul diritto d’autore.

La Corte ha risposto a questa eccezione ricordando che le opere pornografiche si “basano in gran parte su scene di fornicazione tra diversi individui (…) in vari luoghi e posizioni…Tuttavia, le scelte che stanno alla base dei film, dell’ideazione e della progettazione di tali opere, possono essere originali ed, in quanto tali, essere tutelate ai sensi del diritto d’autore.”

Il Tribunale ha sostenuto e dimostrato che anche i film pornografici possono essere caratterizzati dalla personalità dell’autore e del regista e, quindi, essere individualizzati e riconoscibili. Il regista, comunque, in questo caso, aveva ceduto i suoi diritti di sfruttamento e non poteva pretendere di far valere i suoi diritti d’autore sui film.

La causa, quindi, è stata decisa sulla base della contraffazione dei marchi.

Il regista infatti, aveva registrato il suo nome d’arte come marchio per servizi di “noleggio di film.”

“Le Dauphin Pirate”  è stata risarcita sulla base della concorrenza sleale, a causa dell’uso non autorizzato del segno (il nome del regista) dato in licenza alla società per tre anni.

Secondo il giudice, la riproduzione del marchio ha generato confusione nel consumatore che è stato tratto in inganno credendo che il sito fosse autorizzato a trasmettere i film pornografici di quel regista.

Leggi la decisione.

Si può girare un film porno in Italia?

Prima di tutto devi sapere che la pornografia in Italia è legale. Sono illegali la pedopornografia così come la zooerastia. È illegale anche distribuire pornografia, sia in foto che in video a minori di 18 anni.

In Italia non esiste una regolamentazione specifica per i film a luci rosse e, pertanto, occorre muoversi con cautela.

Il fatto che esista una tassa sul porno fa dedurre che non sia un’attività illegale. La tassa è prevista dall’art. 1, comma 466, legge finanziaria 2006 e art. 31 d.l. n.185/2008, conv. in l. n. 2/2009) e consiste in un’addizionale Irpef e Ires al 25% sui compensi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione del materiale pornografico.

Rimane un problema, che è quello inerente al pericolo che la prestazione del porno-attore possa essere inquadrata nella fattispecie della prostituzione. Pur non essendoci chiarezza sul punto, l’orientamento maggioritario, comunque, pare sostenere la non riconducibilità della prova dell’attore nel concetto di prostituzione.

In Italia, la prostituzione è legale, mentre non lo è lo sfruttamento o il favoreggiamento (legge 20 febbraio 1958, n. 75). Nelle attività di produzione di film hard il rapporto che si instaura tra produttore, regista, organizzatori e attori non solo non integra il reato di cui all’art. 3 l. 75/1958 (c.d. Legge Merlin: reato di sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione), ma non configura neanche un fatto che può rientrare nella nozione di prostituzione.

Nella prostituzione un soggetto (cliente) paga ad un altro soggetto la prestazione sessuale. La legge punisce colui (terzo) che sfrutta tale rapporto. Nei film pornografici, invece, ci sono alcuni soggetti, retribuiti, che intrattengono rapporti: tutti i soggetti sono attori e sono pagati per recitare.

Se stai cercando degli attori per il tuo film ecco cosa ti serve, oltre ad una assoluta professionalità:

  • il consenso dell’attore manifestato per iscritto (contratto o liberatoria);
  • non girare in luoghi pubblici, cosi eviterai di offendere il pubblico pudore;
  • non coinvolgere assolutamente minori.

Lo Studio Legale Dandi fornisce assistenza legale in Diritto Cinematografico. Dai un'occhiata ai nostri servizi oppure contattaci!

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