Riconoscimento facciale Facebook e lesione del diritto alla privacy

Riconoscimento facciale Facebook e lesione del diritto alla privacy

Sul riconoscimento facciale Facebook investe molto perchè vuole affinare le proprie tecnologie per l’identificazione degli amici a favore dell’intrattenimento e della partecipazione, i c.d. tag.

Ma un ordine del tribunale della Corte di Appello di San Francisco ha affermato che la tecnologia di riconoscimento facciale di Facebook ha violato la legge sulla privacy delle informazioni biometriche dell’Illinois (“BIPA”). Il riconoscimento facciale di Facebook sarebbe lesivo del diritto alla privacy dell’Illinois.

A fare causa sono stati Nimesh Patel, Adam Pezen e Carlo Licata nel maggio 2015. I tre hanno proposto un’azione legale contro Facebook sostenendo che la tecnologia utilizzata per suggerire tag fotografici viola la legge sulla privacy delle informazioni biometriche dell’Illinois, raccogliendo e archiviando i loro dati biometrici senza consenso.

Facebook ha chiesto che la richiesta venisse respinta. Ma la decisione è stata confermata in appello ad agosto. Quindi Facebook non ha voluto proseguire nel giudizio nel quale si sarebbe stabilito se le pratiche adottate dal social network sono in linea con la legge e con il sistema di schedatura (tagging) basato su tratti biometrici distintivi degli individui.

Il colosso dei social media ha accettato di pagare $ 550 milioni per chiudere la vicenda, pagando gli utenti dell’Illinois che hanno affermato che i loro diritti di privacy biometrici sono stati violati.

Gli studi legali che rappresentano i tre attori hanno rilasciato un comunicato stampa congiunto annunciando il pagamento e hanno definito l’accordo raggiunto come una delle più grandi class action in tema di privacy.

“La biometria è uno dei due campi di battaglia principali, insieme alla geolocalizzazione, che definirà i nostri diritti sulla privacy per la prossima generazione”, ha dichiarato Jay Edelson, procuratore di uno degli attori querelante “Speriamo e ci aspettiamo che altre aziende seguano l’esempio di Facebook e prestino particolare attenzione all’importanza delle nostre informazioni biometriche”.

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