Plagio musicale

Il plagio musicale è l’azione di chi si appropria di un’opera altrui, o di una sua parte o di una sua elaborazione, usurpandone la paternità (ovvero dichiarandosene autore). È certamente corretto affermare che al fine della valutazione della esistenza del plagio occorre preliminarmente valutare se l’opera che si assume plagiata riveste carattere creativo si da meritare la protezione del diritto d’autore. Detto ciò, non esistono regole precise per identificare il plagio di una composizione musicale, ma è necessario valutare caso per caso. Infatti formule quali, per esempio, “se otto battute di due brani sono identiche, si verifica un’ipotesi di plagio…” non sono valide a priori.

Il carattere di originalità dei brani non può essere escluso in ragione di un sostanziale meccanismo di riecheggiamento dei medesimi suoni e intervalli ritmici di un altro brano. Pertanto, la differenziazione dei brani nella musica leggere non può basarsi sui medesimi criteri in astratto adottabili nella comparazione di brani appartenenti ad altri generi musicali più articolati e complessi.

Il plagio musicale e la linea melodica

La componente che può far riconoscere in un brano musicale la creatività altrui è la linea melodica; ma la composizione musicale è formata anche dal ritmo, dal timbro, e da accordi armonici, per cui anche questi intervengono al fine di far riconoscere il plagio. Alcuni giudici hanno ritenuto che per identificare l’esistenza del plagio tra due composizioni fosse sufficiente l’ascolto comparativo tra i due brani. Altri invece hanno ritenuto che fosse necessario uno studio più approfondito, e che soprattutto l’oggetto dell’indagine fosse il legame di genesi creativa che sorge tra l’autore e la sua opera. È stato riconosciuto che l’elemento creativo personale può esistere anche nella canzonetta: “anche un minimo di carattere creativo o novità può essere sufficiente per legittimare la tutela, in quanto il concetto di relatività di detto carattere esige che la valutazione dell’opera sia condotta con riguardo alla sua varia entità e al rapporto tra le singole sue parti e frazioni e l’insieme“.

Per esempio, non è stata ritenuta la sussistenza del plagio nella riproduzione di un nucleo musicale ritmico armonico ben determinato di una canzone, utilizzandolo in un’altra come ritornello con diverso accompagnamento, così da suscitare una diversa impressione nell’ascoltatore, in base alla giustificazione dell’esistenza di “un patrimonio musicale che è nella coscienza della generalità“; il plagio non è stato riconosciuto neppure nel caso di semplice assonanza melodica ridotta a un inciso di due battute.

Invece è stata ritenuto illecita la riproduzione della maggior parte delle battute del ritornello di un’altra composizione, o di parte della composizione e del ritornello, o infine del ritornello dotato di originalità. Il problema dell’identificazione del plagio diviene più complesso quando si tratta di opera composta, come la canzone con parole.

Dal punto di vista civilistico, sono applicabili le sanzioni previste a difesa della paternità (art. 168 e ss l.d.a.). La legge non considera invece il plagio come ipotesi autonoma di reato, ma solo come aggravante della contraffazione: infatti è prevista un’aggravante della pena per i reati previsti al 1° comma dell’art. 171 l.d.a. commessi “con usurpazione della paternità dell’opera…“. Oggetto della tutela penale è pertanto il rapporto autore-opera.

Elemento soggettivo del reato di plagio musicale può essere il dolo o la colpa: sono irrilevanti tanto l’eventuale fine che il plagiario si sia proposto, quanto il fatto che egli abbia arrecato un danno, morale o patrimoniale all’autore plagiato; è irrilevante anche il valore dell’opera illecita. L’errore sul fatto costituente reato non esclude la punibilità. Inoltre non può considerarsi valido il consenso dell’offeso alla usurpazione della paternità, poiché il diritto di paternità intellettuale è indisponibile. E’ invece ammissibile il consenso per la contraffazione semplice, ovvero la lesione dei diritti di utilizzazione economica, in quanto essi sono disponibili. L’elemento soggettivo della buona fede può valere a escludere la condanna al risarcimento del danno, ove il plagiario abbia agito senza dolo e senza colpa. Plagio musicale quando si considera plagiata una canzone? Qui di seguito riportiamo alcuni casi giurisprudenziali interessanti che ci danno qualche indicazione sul plagio musicale.

Differenza tra plagio e variazione nei casi di plagio musicale

Le possibilità di combinazione tra le note del pentagramma, soprattutto quando si tratta di musica tonale, non sono illimitate ed è possibile che una linea o uno spunto melodico, anche al di là dell’intenzione del suo autore, si presenti simile od analogo a quello presente in altra composizione. Non è plagio il rapporto tra due composizioni musicali che si esaurisca in una semplice variazione (sotto il profilo timbrico, armonico o più genericamente compositivo) di un tema musicale riconoscibile nell’opera preesistente e presente in un segmento della nuova opera con carattere di autonomia e originalità.

Un brano sincronizzato a delle immagini pornografiche in un film può ritenersi alterato o modificato?

L’abbinamento di un brano musicale ad alcune scene erotiche di un lungometraggio non può ritenersi lesivo dell’onore e della reputazione dell’autore del brano musicale, qualora non risultino alterazioni della registrazione e dell’opera originarie per effetto di tale abbinamento.

L’abbinamento per sincronizzazione di un brano musicale ad alcune scene erotiche di un lungometraggio non ricade nella previsione dell’art. 20, L. n. 633/1941. E comunque non può ritenersi lesivo del prestigio e della reputazione dell’autore del brano musicale, qualora non risultino alterazioni della registrazione e dell’opera originarie per effetto di tale sincronizzazione e non sussista alcun pericolo di associazione da parte del pubblico dell’autore musicale ai contenuti del lungometraggio, non essendo il brano presentato come musica da film originale, ma risultando, per contro, inequivoca l’addebitabilità della scelta alla produzione cinematografica.

C’è plagio musicale quando il brano non è originale?

Deve escludersi la possibilità di plagio tutte le volte che il brano asserito contraffatto non assuma caratteristiche di originalità per mancanza del requisito della novità dell’opera. Per potersi parlare di plagio occorre l’appropriazione dello “specifico di una sola melodia” apparendo insufficiente la mera appropriazione di uno schema melodico quando questo sia assolutamente comune e ricorrente in modo tale da costituire utilizzo di sistemi e formule acquisite dai compositori di musica leggera.

Plagio canzoni famose: alcuni casi

Di storie celebri, quando si parla di plagio musicale, ne abbiamo tante che coinvolgono le più iconiche pop star accusate di aver utilizzato una canzone plagiata: sfruttata senza permesso.

Madonna scagionata: Vogue non è un plagio

Madonna ha vinto la causa sui diritti d’autore relativa al suo famoso brano ‘Vogue’ del 1990. Madonna e il suo produttore Shep Pettibone non hanno violato le leggi sul diritto d’autore. La controversia riguardava l’utilizzo di 0.23 secondi della canzone ‘Love Break’ nella hit di Madonna. La casa discografica VMG Salsoul, che detiene i diritti di ‘Love Break’, la canzone copiata a loro dire, aveva querelato l’artista e il suo produttore per l’utilizzo della canzone in ‘Vogue’ senza autorizzazione. Secondo il giudice Susan Graber la parte utilizzata è talmente corta che nessuno potrebbe essere in grado di riconoscerla come parte del brano ‘Love Break. Uno dei giudici della Corte ha comunque parlato “furto”, sebbene di un frammento di brano brevissimo. Ad ascoltarli attentamente quei 23 secondi di musica incriminata sono davvero fin troppo simili al suono degli archi e dei corni presenti in “Love break”, brano inciso nel 1977 dalla Salsoul Orchestra, ma da qui a parlare di plagio vero e proprio ce ne passa. Nello Stato americano della California, sono d’accordo e hanno scagionando Madonna dall’accusa di plagio. Si è cosi definitivamente chiusa la disputa legale scoppiata quattro anni fa su “Vogue”, uno dei suo brani più celebri, lanciato nel 1990 come primo singolo estratto dall’album “I’m Breathless”. Nel 2012, infatti, la casa discografica Vmg Salsoul aveva citato in giudizio la regina del pop e il produttore Shep Pettibone (che prima di collaborare con Madonna per il brano finito nelle aule giudiziarie era stato ingaggiato dall’etichetta discografica del Delaware per lavorare ad una versione remixata di “Love Break”) per violazione del copyright. I fiati e gli archi di Vogue sarebbero stati presi da “Love break” senza autorizzazione e “il sample non autorizzato è stato occultato di proposito da Madonna in Vogue per evitare accertamenti”.

Non è la prima volta che sulla popstar pende l’accusa di aver copiato un brano: sempre nel 2012 il cantante brasiliano Joao Brasil le aveva contestato il brano “Gimme All Your Luvin” per quel ritornello troppo simile alla sua “L.O.V.E Banana”, mentre pochi anni dopo, nel 2014, è finita nel mirino la copertina del suo tredicesimo album “Rebel Heart”, per quell’idea di usare il filo nero sul viso, già usata dal cantante francese Sébastien Tellier per l’album “Confection”.

Blurred Lines: plagio musicale da milioni di dollari

Pharrell Williams e Robin Thicke, co-autori del brano, sono stati condannati a pagare un risarcimento alla famiglia di Marvin Gaye di quasi 7,4 milioni di dollari per aver copiato una delle loro hit, nonché uno dei tormentoni del 2013. Blurred Lines: la fonte di ispirazione è… senza permesso, è la canzone dal titolo Got to Give It Up di Marvin Gaye (1977).

Secondo quanto stabilito dalla sentenza del tribunale di Los Angeles, dovranno quindi risarcire la famiglia del cantante soul, scomparso nel 1984. Nona e Frankie Gaye, due dei figli di Marvin Gaye, riceveranno 4 milioni di dollari a titolo risarcimento danni, oltre a 3.3 milioni di dollari sui profitti della canzone guadagnati da Mr. Thicke and Mr. Williams e la rifusione delle spese legali. La decisione del tribunale è una delle più incisive in tema di danni riconosciuti per plagio musicale. Altri casi di risarcimenti milionari sono stati nel 1994, Michael Bolton e Sony condannate a pagare 5.4 milioni di dollari per essersi “ispirati” ad una canzone del 1960 del gruppo soul “the Isley Brothers”. Da quando si è instaurato il giudizio di Blurred Lines nell’agosto 2013, mentre la canzone era la numero uno in classifica, il caso ha fatto iniziare il dibattito nell’ambiente musicale e del diritto d’autore circa le differenze tra plagio e ispirazione. Sicuramente la decisione sarà decisiva sul modo in cui i musicisti creeranno la loro musica in futuro. Gli avvocati di Thicke si sono difesi argomentando che le similitudini tra le due canzoni è lieve. Entrambe richiamano atmosfere di festa avendo più a che fare con l’evocazione di un’epoca e con atmosfere che con vero e proprio plagio di opere tutelate. Ma, dopo la sentenza, parlando con i giornalisti, uno degli avvocati della famiglia Gaye si è riportato alla decisione che ha confutato tale tesi. Né Mr. Thicke, né Mr. Williams si sono presentati in tribunale ma hanno dichiarato di essere estremamente delusi dalla sentenza emessa “che stabilisce un precedente terribile per il futuro della musica e della creatività.” La giuria ha deciso che, mentre Blurred line ha violato il diritto d’autore di Got to Give It Up, Mr. Thicke e il signor Williams non hanno plagiato volontariamente l’opera. Clifford Harris Jr., meglio conosciuto come TI, che ha contribuito alla canzone con un rap, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Blurred Line ha fatto più di 16 milioni di dollari di profitto.

Stairway to Heaven: plagio musicale?

I Led Zeppelin sono stati citati in giudizio dal bassista degli Spirit, Mark Andes, per la loro canzone più famosa: Stairway To Heaven. Il brano, secondo Andes, avrebbe delle somiglianze con Taurus, una canzone pubblicata dagli Spirit tre anni prima. Gli Spirit avevano pubblicato questo brano nel 1968 e qualche tempo dopo erano andati in tour con i Led Zeppelin per i loro primi live negli Stati Uniti. A distanza di poco tempo, nel 1971, venne pubblicata Stairway To Heaven. Secondo gli Spirit la frase di apertura del brano dei Led Zeppelin fu “rubata” proprio dalla loro canzone. Mark Andes ha aperto il caso: vuole fare causa nel tentativo di fermare la nuova pubblicazione di Stairway To Heaven nella serie rimasterizzata dei dischi dei Led Zeppelin, a meno che Randy California non venga riconosciuto come co-autore e i suoi eredi ottengano un pagamento appropriato. In passato la band britannica è stata citata in giudizio per altre composizioni e il chitarrista Jimmy Page ha ammesso di avere avuto l’abitudine di prendere alcune cose già scritte e di modificarle. Come risultato di queste azioni legali sono stati riconosciuti a vari autori diritti di “co-scrittura” per Whole Lotta Love, Dazed And Confused, The Lemon Song e Babe I’m Gonna Leave You. La sentenza è stata emessa a favore di Plant e soci. Ma i legali di Randy Wolfe hanno presentato un ricorso in appello. La corte di Los Angeles ha sancito che Starway to Heaven dei Led Zeppelin non era un plagio di Taurus degli Spirit. Una sentenza che Francis Malofy, legale dell’accusa, aveva commentato così:

I Led Zeppelin hanno vinto per un cavillo tecnico. Il verdetto è deludente, dovuto principalmente a una regola della corte: non è stato concesso all’accusa di riprodurre la versione studio di Taurus, che Jimmy Page possedeva nella sua collezione

Il ricorso in appello è arrivato il 23 luglio da Micheal Skidmore, l’uomo che rappresenta la famiglia di Randy Craig Wolfe (membro degli Spirit) e che ha citato in giudizio Plant e soci nel 2014.

‘Nael Slappin’ v. ‘The Fly’

Gli U2 hanno chiesto ad un giudice americano di archiviare una causa instaurata nei loro confronti da un cantautore e chitarrista britannico. Si tratta di Paul Rose che ha presentato la denuncia presso la corte federale di Manhattan, New York, includendo tutti i membri del gruppo irlandese – il frontman Bono e i suoi musicisti Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. – e la Island Records, la casa discografica che non avrebbe riconosciuto i diritti d’autore dello stesso artista. Paul Rose, ha accusato gli U2 di avere copiato la sua canzone del 1989 ‘Nael Slappin’ nel pezzo The Fly’ del 1991, contenuto nell’album ‘Achtung Baby.’ Rose sostiene che gli U2 avrebbero ascoltato la sua demo dopo aver firmato con la Island Records, verso la fine degli anni ’80.  Per questo motivo vuole essere inserito tra gli autori del brano, ma non si accontenta certo di questo, visto che nella citazione ha anche indicato la cifra di 5 milioni di dollari come risarcimento per il presunto plagio e per i diritti non goduti frutto del brano. Il magazine Billboard cita le parole di Rose secondo cui:

Qualsiasi osservatore, anche non addetto ai lavori, capisce che le due canzoni sono sostanzialmente simili e che quindi si è verificata una violazione

Il musicista inglese fornisce anche una spiegazione plausibile del fatto che la sua denuncia arrivi ben 26 anni dopo il presunto plagio. Pare infatti che, dopo avere firmato un contratto con la Isla Records, gli U2 avrebbero avuto modo di sentire varie volte la demo del suo brano mentre stava cercando nuove sonorità. Il fatto sarebbe testimoniabile da alcuni ex dipendenti della casa discografica. “Rose era agli inizi, e non voleva che una querelle giudiziaria rovinasse la sua carriera” ha spiegato l’avvocato di Rose al giornalista che ha fatto notare come questa scoperta sembrasse quantomeno… tardiva!

David Gilmour e il plagio del jingle di SNFC

David Gilmour, chitarrista e cantante dei Pink Floyd, ha usato il jingle delle SNCF e il compositore, Michaël Boumendil, gli ha fatto causa. Nel 2013 David Gilmour, ascoltando in stazione ad Aix-en-Provence il jingle delle ferrovie, è rimasto letteralmente folgorato. Ha cosi deciso di chiedere al compositore Michaël Boumendil del jingle se poteva usarlo in una sua canzone.

Boumendil, ricevendo la chiamata di Gilmour, ha pensato che fosse una scherzo. Quando poi si è accorto che era tutto vero, si è messo d’accordo con Gilmour. Nell’album che contiene la canzone”Rattle That Lock” è infatti stata accreditata ad entrambi, ricevendo l’approvazione di SNCF.

Ma pare che qualcosa sia andato storto per Boumendil che 3 anni dopo afferma che il contratto consentiva a Gilmour di riprodurre le note, ma non di utilizzare esattamente il jingle. Per questo motivo Boumendil ha chiesto un risarcimento di € 450.000. A maggio del 2018, il tribunale ha respinto le richieste di Boumendil, affermando che era passato troppo tempo per ri-interpretare il contratto. Il tribunale gli ha anche ordinato di pagare le spese legali di Gilmour. Ma Boumendil non si dà pace e ha proposto appello. La causa è più creativa del musicista autore del jingle ferroviario che diventa la canzone di una super star della musica. Pure dallo stacchetto musicale delle poste possono nascere fantastiche melodie!

Ed Sheeran e l’ennesima causa in ambito di plagio musicale

Ed Sheeran è di nuovo protagonista, ma questa volta dell’ennesima causa di plagio. Sheeran è diventato famoso con la sua “Shape of You”. Ma “Shape of You” è copiata? Sami Chokri (a.k.a. Sami Switch) sostiene di si e gli fa causa per violazione di copyright, in particolare per aver copiato parte del coro di “Oh Why”.

Per dimostrare la propria tesi, Chokri sostiene che il cantante inglese abbia copiato anche altre canzoni. Insomma dice che Ed Sheeran avrebbe questa brutta abitudine di plagiare le opere di altri colleghi! Ma quale sarebbe la logica sottesa all’accusa? Forse dimostrando che Ed Sheeran ha violato più volte il copyright, si può sostenere che il suo sia un comportamento recidivo? Ed Sheeran non ammette di aver copiato. Ma la logica delle accuse di Chokri implica la risoluzione di parecchi altri dubbi. Poniamo che sia vero che Ed Sheeran ha copiato altre canzoni, è altrettanto vero che abbia copiato anche la canzone di Chokri? Chokri elenca gli altri presunti plagi di Sheeran. Dice che “Photograph” di Ed Sheeran è un plagio di “Amazing” di  Matt Cardle (in realtà la causa è stata chiusa con un accordo e Sheeran ha pagato una cifra mai rivelata); che “Strip That Down” copia “It Wasn’t Me” di Shaggy e che “Shape of You” copia “No Scrubs” di TLC.

C’è anche un altro caso che ha visto Sheeran protagonista accusato di plagio a cui Chokri non fa riferimento nelle sue accuse. Si tratta della sua “Thinking Out Loud”, di nuovo accusata di essere stata copiata da Marvin Gaye. “Thinking Out Loud”  sarebbe una copia di “Let’s Get It On” del cantautore soul americano. Per la “somiglianza” tra le canzoni, Sheeran è stato citato in giudizio da Ed Townsend, uno degli autori del brano.

A questo punto mi chiedo: Ed Sheraan è davvero un copione oppure il suo grande successo si traduce anche nella più alta, anzi altissima, probabilità che vengano instaurati giudizi contro di lui?

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