I diritti dell’esecutore: come provare la paternità
Come si dimostra di aver suonato in un film? È una questione cruciale per rivendicare i diritti dell’esecutore. Servono prove documentali idonee. Il Tribunale di Roma ha analizzato a fondo il problema. Una sua sentenza del 2019 ha fissato dei requisiti. La decisione riguarda il ruolo di un famoso chitarrista. Le sue esecuzioni erano state usate in molte colonne sonore. Tra queste, i film di Sergio Leone. L’erede del chitarrista ha agito in giudizio. Ha chiesto il riconoscimento dei diritti del padre. Il Tribunale ha esaminato la richiesta con attenzione. La legge chiede di dimostrare due elementi.
La doppia prova richiesta dalla legge
L’esecutore deve aver sostenuto una parte importante. L’articolo 82 della legge lo stabilisce. L’articolo 83 parla dei diritti del nome. Chi sostiene le “prime parti” deve essere citato. La Corte ha stabilito che la prova deve essere doppia. Il musicista deve dimostrare la sua presenza alle registrazioni. Poi deve provare che la sua esecuzione è stata utilizzata. L’inserimento nel master finale è fondamentale. La sola presenza in studio non è sufficiente. Occorrono prove documentali certe e concordanti.
Le prove insufficienti nel caso specifico
Nel caso esaminato, le prove erano deboli. Nei titoli dei film non c’era il suo nome. Nemmeno nelle pubblicazioni o edizioni. Mancavano prove documentali storiche valide. Non sono stati presentati contratti di prestazione artistica. Non c’erano fogli di presenza alle sessioni. Le testimonianze erano incerte e deboli. Erano passati decenni dai fatti. La richiesta è stata quindi rigettata. È mancata la prova necessaria. La prova che proprio le sue esecuzioni fossero nel master. L’assenza di prove è stata decisiva.
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