Che cosa è la concorrenza sleale parassitaria?
Tra le ipotesi di concorrenza sleale ricondotte dalla giurisprudenza di legittimitĂ nella categoria residuale del n. 3 dellâart. 2598 c.c., rientra la concorrenza parassitaria, consistente nella sistematica imitazione delle altrui iniziative imprenditoriali.
Caratteristica essenziale dellâillecito è la continuitĂ e lâeterogeneitĂ dellâattivitĂ imitativa del progetto concorrenziale, in contrapposizione allâazione imitativa isolata che, dunque, non rientrerebbe nella fattispecie cosĂŹ individuata.
La Suprema Corte, chiarisce che
la concorrenza parassitaria consiste nel comportamento dell´imprenditore che in modo sistematico e continuo segue le orme di un imprenditore concorrente, ne imita le iniziative con assiduitĂ e costanza, non limitandosi a copiare un unico oggetto. La contraffazione parassitaria si differenzia quindi dalla contraffazione semplice o dalla c.d. copia servile perchĂŠ genera condotte sovrapponibili, capaci di indurre in errore il consumatore e conseguentemente generare danni patrimoniali a carico dell´imprenditore originale.â (Cass. Civ., sez. I, 29/10/2015, n. 22118).
La battaglia giudiziaria Gucci v. Guess
Guess vince ancora una volta la battaglia in corso con Gucci. La Corte europea ha respinto due dei ricorsi presentati da Gucci nei confronti di Guess. Il primo concerneva lâattuale registrazione europea del logo Guess con le G maiuscole âa incastroâ e stilizzate, mentre il secondo riguardava la domanda per una registrazione internazionale del logo.
La celebre battaglia giudiziaria Gucci v. Guess da oltre sei anni vede il brand americano Guess difendersi dalle accuse di imitazione del marchio e concorrenza sleale mosse a suo carico dalla storica maison di Made in Italy, Gucci.
La battaglia legale del marchio Gucci contro Guess: il caso giudiziario in corso tra Guess e Gucci risale al 2012
In Italia, la disputa tra Gucci e Guess, si è conclusa in Italia il 2 maggio 2013 dopo che il Tribunale di Milano, in una sentenza di 83 pagine, ha respinto tutte le pretese avanzate dal marchio fiorentino. Inoltre, la Corte italiana ha disposto la cancellazione di alcuni motivi a rombi di Gucci, di alcuni loghi G, e di alcuni modelli di marchi registrati âFloraâ. Le registrazioni cancellate includono 3 marchi italiani e 4 marchi commerciali che coprono la ComunitĂ Europea. La Corte ha anche respinto i diritti di Gucci sul logo âG Quadrataâ.
La battaglia legale del marchio Gucci contro Guess: New York e Parigi.
Nel 2009, insieme a unâazione simile a New York, Gucci ha intentato una causa contro Guess a Milano, la capitale europea della moda.
Le denunce successive sono state depositate a Parigi e a Nanchino, in Cina. I loghi nella controversia milanese erano simili a quelli di New York, come pure le denunce, che comprendevano violazione del marchio, contraffazione e concorrenza sleale.
Il caso di New York si è concluso nel 2012, con Gucci che ha ricevuto un minimo risarcimento dei danni e provvedimenti inibitori ristretti su una manciata di loghi. Ora, la Corte di Milano ha totalmente respinto tutte le richieste avanzate da Gucci.
Il verdetto milanese costituisce una decisione importante, non solo perchĂŠ è stata emessa in Italia, paese dâorigine del brand Gucci, ma anche perchĂŠ la Corte ha dato ragione a Guess in praticamente tutte le principali argomentazioni portate allâattenzione dei giudici dal marchio franco-americano fondato nel 1981 negli USA dai fratelli marsigliesi Marciano, stabilendo che il motivo a rombi e i motivi floreali sono comuni nel mondo della moda e, in particolare, che il popolare pattern del logo di Guess âG Quadrataâ (anche con una G sola nellâangolo del rombo) non abbia âniente a che fareâ con il modello della doppia G intrecciata di Gucci, una delle principali lamentele presentate da Gucci.
La sentenza ha anche confermato uno dei pilastri fondamentali della difesa di Guess, giĂ espresso nel processo di New York: che non vi fosse alcun fondamento nellâaccusa di Gucci che Guess stesse cercando di âGuccizzareâ il suo brand o stesse tentando di confondere i clienti e di indebolire il marchio Gucci.


La maison fiorentina, che fa capo a Kering, sosteneva che il logo Guess violasse il suo marchio internazionale ed europeo del logo con la âGâ. Inoltre, Gucci sosteneva che il logo Guess con la G fosse troppo simile al precedente logo âGâ.
La decisione della Corte europea
La Corte europea ha respinto le richieste di Gucci di invalidare il logo del marchio Guess e ha sostenuto che i due marchi sono diversi, ordinando alla griffe fiorentina di pagare le spese processuali, incluse quelle sostenute da Guess.
Dopo che i tribunali italiani, americani e parigini hanno respinto le affermazioni di Gucci, è toccato al Tribunale dellâUnione europea esprimersi ulteriormente. Il Tribunale ha condannato le affermazioni della casa di moda di lusso Gucci.
Ha infatti rilevato che i loghi sono stati realizzati con âdiverse impressioni visiveâ e sono stati progettati per rappresentare un âmotivo ornamentale astrattoâ. Inoltre, la Corte europea ha osservato, nonostante i loghi siano basati sulla lettera âGâ, che non possono essere confrontati e hanno origine da una âstruttura completamente diversaâ.
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