Diritto dell’arte contemporanea: senza il nome dell’artista un’opera può perdere valore durante solo una notte

Diritto dell’arte contemporanea. Il caso Cady Noland

Secondo la legislazione americana dei Visual Artists Rights Act (VARA) un artista può decidere di non essere più riconosciuto quale artista o autore se la sua opera è stata modificata in maniera “pregiudizievole” alla sua reputazione (The federal Visual Artists Rights Act of 1990 that grants artists “moral rights” over works even after they have been sold, including the right to prevent intentional modification or destruction, and to forbid the use of their name in association with distorted or mutilated work).

Ma, come ha scoperto il collezionista d’arte Marc Jancou, senza il nome dell’artista un’opera può perdere il suo valore durante solo una notte.

Diritto dell’arte contemporanea. Il fatto

Nel 2011 Jancou consegna a Sotheby una riproduzione serigrafica in alluminio, misto di immagine e testo, dell’opera di Cady Noland “Cowboys Milking” (1990).

Sotheby ritira l’opera dall’asta già programmata quando la Noland, invocando la legislazione VARA, afferma che l’opera è talmente danneggiata che lei non può essere considerata più come sua autrice. (Noland insisted that the auction house withdraw “Cowboys Milking” because its “current condition … materially differs from that at the time of its creation” ).

Diritto dell'arte contemporanea
Cady Noland, “Cowboys Milking” (1990)

 

Diritto dell'arte contemporanea
Sotheby’s photo of a corner of “Cowboys Milking”

Quando Jancou cita in giudizio Sotheby e la Noland, il giudice respinge la domanda perché il contratto di consegna e di vendita sottoscritto da Sotheby  prevede il diritto di potersi rifiutare di ritirare il lavoro se ci sia qualche dubbio in merito alla originalità dell’opera e la Noland aveva detto che non voleva più che fosse attribuita a lei.

“Cowboys Milking” improvvisamente non ha alcun valore.

Diritto dell’arte contemporanea. La decisione della Corte.

La Corte non ha affrontato la questione relativa al fatto che la Noland abbia invocato correttamente la legislazione VARA e non c’è giurisprudenza  che definisca quali sono i paramenti applicabili nel caso di specie.

Un altro caso che riguarda la medesima artista risponde alla seguente domanda: e se l’autore si oppone al restauro di una sua opera?

È successo al collezionista Scott Mueller dopo aver acquistato da una galleria tedesca un’opera di Cady Noland.

Diritto d'autore e opere d'arte

L’opera sarebbe costata a Mueller oltre un milione, ma la Noland si sarebbe fortemente opposta al suo restauro. “L’artista ha dichiarato – spiega il collezionista nella sua denuncia presentata lo scorso lunedì 22 giugno a New York – che in caso di rivendita o di esposizione in pubblico dell’opera, accanto all’opera dovrà comparire un avviso che specifichi che il lavoro è stato restaurato senza il consenso dell’artista, che i pezzi di cui si compone ora non sono quelli originali, e che la stessa Noland non approva il lavoro”.

Appreso dell’avvenuto restauro, la Noland aveva inviato a Mueller una nota scritta a mano nella quale dichiarava che il lavoro da lui acquistato non era un’opera d’arte, in quanto la scultura era stata restaurata senza aver consultato l’artista.

Conclusione: cosa significa che un’opera ha perso l’autorialità o il non voler più essere riconosciuto come autore di un’opera (perdita di paternità o sconfessione legittima) per la legislazione VARA? Chi determina se le modifiche sono “pregiudizievole” per la reputazione di un autore/artista? Un giudice dovrebbe essere in grado di fornire ai collezionisti precise indicazioni circa il rischio della perdita totale del valore di un’opera quando la condizione di un’opera è cambiata.

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