La censura online: come si classifica l’Italia

Libertà di espressione vs. algoritmi: la censura in Italia tra diritto d’autore e digital censure

L’Italia, fin dai suoi principi costituzionali, sancisce la libertà di manifestazione del pensiero. Eppure, nell’era di internet, la sensazione di essere soggetti a una qualche forma di censura non è mai stata così diffusa.

Ma cosa si intende esattamente per “censura” oggi? E in che modo il diritto d’autore, argomento centrale del nostro blog, è diventato uno degli strumenti più efficaci (e controversi) per limitare la circolazione dei contenuti online?

Analizziamo il delicato equilibrio tra la tutela del copyright e la libertà di espressione nel panorama digitale italiano.

Il principio fondamentale: l’articolo 21 della Costituzione

La Costituzione italiana è chiara: l’Articolo 21 stabilisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Soprattutto, aggiunge che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censura”.

Per decenni, questa norma ha posto un freno alla censura di stato preventiva. La censura in Italia, nel senso classico di blocco preventivo da parte delle autorità governative, è considerata incostituzionale. Le uniche forme di limitazione previste riguardano il sequestro (solo per atto motivato dell’autorità giudiziaria) e le restrizioni per contrastare il buon costume.

Il problema è che la censura moderna non ha più i tratti dell’autorità di Stato che vieta un libro o un film. Oggi, il potere di veto si è spostato in gran parte nelle mani di giganti tecnologici privati e dei loro algoritmi.

La nuova censura digitale: il ruolo del diritto d’autore

È qui che il tema si collega direttamente al diritto d’autore. Le maggiori piattaforme di condivisione contenuti (YouTube, Facebook, Instagram) hanno sviluppato sofisticati sistemi automatici per proteggere la proprietà intellettuale.

Il sistema “notice and takedown” e content ID

Il meccanismo più diffuso è il Notice and Takedown (Notifica e Rimozione), un processo che permette ai titolari del copyright di segnalare una presunta violazione e far rimuovere il contenuto in modo quasi immediato.

Su piattaforme come YouTube, l’algoritmo Content ID agisce come un “censore” automatizzato ed estremamente efficiente:

  1. Rilevazione automatica: L’algoritmo confronta il tuo video con un vasto database di opere protette.
  2. Blocco o monetizzazione: Se rileva anche solo pochi secondi di musica protetta o immagini coperte da copyright, il video può essere bloccato a livello globale (cancellato), oppure la monetizzazione viene dirottata al titolare dei diritti.

Questo sistema, sebbene legittimo e necessario per tutelare i creatori, genera spesso una censura preventiva e arbitraria (o overblocking).

  • Il conflitto con l’informazione: la rimozione automatica non distingue tra una violazione “pura” e un uso legittimo, come la satira, la critica o il diritto di citazione per fini informativi. Un giornalista che usa una breve clip per un reportage potrebbe vedersi il video oscurato per copyright, limitando di fatto il diritto di cronaca.
  • Il potere eccessivo delle piattaforme: la decisione di rimuovere un contenuto non è presa da un giudice, ma da una società privata, basata sui suoi Termini di Servizio (ToS). Questo crea un “diritto privato” che spesso prevale sulla Costituzione.

La censura “legittima”: diffamazione e tutela della persona

Non tutta la limitazione della libertà di espressione è illegittima. Esistono limiti che la giurisprudenza riconosce, e che se violati, portano a un blocco legale che, pur sembrando censura, è in realtà tutela della reputazione e della privacy.

Le corti italiane intervengono per:

  • Diffamazione: la pubblicazione di un contenuto che lede la reputazione altrui è un illecito civile e penale. Il giudice può ordinare la rimozione immediata di post, video o articoli online.
  • Tutela della privacy e dell’immagine (GDPR): se un contenuto viola i dati personali o il diritto all’immagine di un individuo (soprattutto se non famoso o se si tratta di minori), l’autorità giudiziaria può imporre il blocco.

In questi casi, l’intervento non è una censura del pensiero, ma una tutela di diritti fondamentali che limitano la portata dell’Articolo 21.

Le prospettive future: DSA e il bilanciamento dei diritti

L’Unione Europea ha tentato di affrontare questo squilibrio con nuove normative.

  • Digital Services Act (DSA): questa legge europea mira a imporre maggiore trasparenza alle piattaforme sui meccanismi di moderazione e rimozione. Il DSA non rimuove il sistema Notice and Takedown, ma obbliga le piattaforme a offrire meccanismi di reclamo più efficaci per gli utenti che subiscono un blocco ingiusto (soprattutto in caso di contenuti non coperti da copyright).
  • Direttiva Copyright (Art. 17): questa direttiva ha rafforzato la responsabilità delle piattaforme per i contenuti caricati dagli utenti, spingendole ulteriormente a usare filtri come Content ID. Se da un lato tutela i creatori, dall’altro aumenta il rischio di overblocking e, quindi, di censura algoritmica.

La censura in Italia e online si muove su due binari: la limitazione legittima imposta dalla legge per proteggere reputazione e privacy, e la moderazione arbitraria imposta dalle piattaforme per proteggere il loro business model e il diritto d’autore.

Per chi opera nel mondo del diritto d’autore e della creazione di contenuti, è fondamentale conoscere la differenza tra un blocco dovuto a una sentenza (limitazione legale) e un takedown algoritmico (censura arbitraria) per poter esercitare i propri diritti di ricorso.

Come gestisci i potenziali conflitti tra libertà di espressione e il Content ID nelle tue pubblicazioni?

Lo Studio Legale Dandi fornisce assistenza legale in Diritto d'autore. Dai un'occhiata ai nostri servizi oppure contattaci!

Sono Claudia Roggero, avvocata specializzata in Proprietà Intellettuale, Diritto d’Autore e dello Spettacolo. La mia missione non è solo guidarti attraverso il labirinto normativo che governa il mondo delle arti, della musica, dell’audiovisivo, dell’editoria e del digitale. Con bravura ed una competenza d’eccellenza, mi dedico a trasformare le complessità legali in opportunità strategiche, sempre con un approccio profondamente umano.

Site Footer