La tutela della coreografia: coreografie, TikTok e diritto d’autore

La tutela della coreografia: un’opera d’arte (e di diritto) a pieno titolo!

Spesso si pensa al diritto d’autore per musica, libri o film. Ma anche il movimento, l’arte di comporre balletti e danze, gode di piena protezione. L’Art. 2 comma n. 3 della Legge sul Diritto d’Autore (L. 633/1941) è chiaro: “sono tutelate le opere coreografiche e pantomimiche, delle quali sia fissata la traccia per iscritto o altrimenti.”

La coreografia e il diritto d’autore

Ma cosa significa in pratica?

  • Opera Coreografica: Immagina l’arte di un balletto, con le sue figure, la loro armonia con la musica, l’insieme dei passi che formano una composizione unica.
  • Opera Pantomimica: Una rappresentazione teatrale che si affida esclusivamente all’azione mimica, magari accompagnata da musiche o voci fuori campo.

Il segreto della tutela sta nel requisito della “fissazione

L’opera deve essere “tracciata per iscritto o altrimenti”. Questo vuol dire che la coreografia non può rimanere solo un’idea nella mente del coreografo. Deve essere “materializzata”. Per le opere coreografiche è ormai abituale e consigliabile il deposito in S.I.A.E. di una registrazione video, che ne consenta l’immediata e completa individuazione. Se il video non fosse disponibile, si può concordare con gli uffici il deposito di una documentazione alternativa, purché sia possibile tracciare un profilo completo dell’opera (es. schemi, notazioni coreografiche). Una volta “fissata” e se dotata di quel minimo di originalità e creatività, la coreografia è coperta dal diritto d’autore.

Casi di violazione 

La storia del diritto d’autore è ricca di controversie, e la coreografia non fa eccezione. Ecco alcuni casi che hanno fatto giurisprudenza o hanno acceso il dibattito:

  • Ross v. Dejarnetti:In una disputa legale che ha evidenziato le complessità della co-creazione coreografica, la “Queen of Bounce”, Big Freedia, ha citato in giudizio Wilberto Dejarnetti per violazione di copyright. La causa, nota come Ross v. Dejarnetti, verteva sulla titolarità delle coreografie di diverse esibizioni. Al termine della loro collaborazione nel 2017, Big Freedia ha sostenuto di essere l’unica titolare dei diritti. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale di stabilire accordi chiari e scritti all’inizio di qualsiasi collaborazione creativa, in modo da definire in modo inequivocabile la proprietà dei diritti d’autore e prevenire future controversie.

Altri casi di violazione

  • Luca Tommasini vs Roshelle. Il coreografo Luca Tommasini ha accusato la cantante Roshelle di aver utilizzato senza autorizzazione una coreografia creata per X Factor nel video del suo brano “What U Do to Me”. Tommasini ha erroneamente affermato che in Italia le coreografie non sono protette, ma la legge (Art. 2 LDA) stabilisce chiaramente il contrario, tutelandole come opere dell’ingegno.
  • Lo Schiaccianoci. Negli anni ’80, gli eredi del coreografo George Balanchine hanno citato in giudizio l’editore di un libro contenente fotografie del balletto “Lo Schiaccianoci”. Inizialmente l’istanza fu respinta, ma la Corte d’Appello ribaltò la decisione, stabilendo che anche una singola fotografia di una sequenza di danza può “comunicare” l’originalità e la creatività dell’opera coreografica, e quindi violarne il diritto d’autore.
  • Fortnite. Il musicista e ballerino Leo Pellegrino (Leo P.) ha citato Epic Games per aver copiato la sua “mossa di danza” per un’emote nel videogioco Fortnite Battle Royale. Sebbene il giudice non abbia riconosciuto la tutela come marchio, ha evidenziato che la mossa poteva potenzialmente rientrare nella tutela del copyright, sottolineando la complessità di proteggere singole sequenze o mosse nel mondo digitale.

Questi casi dimostrano che la coreografia, pur essendo “effimera”, è un bene immateriale di valore che può e deve essere protetto legalmente.

Balla che ti Copio! TikTok e diritto d’autore: tutto quello che devi sapere per proteggere i tuoi passi

Ti muovi sul palco, crei passi che raccontano una storia, o magari lanci una challenge su TikTok che diventa virale in tutto il mondo. Ma hai mai pensato: questi passi, queste sequenze, questa mia creazione, sono protette dalla legge? Possono essere copiate impunemente? La risposta è sì, la coreografia è tutelata dalla legge sul diritto d’autore, ma ci sono alcune “mosse” legali da conoscere!

TikTok e la danza virale: le coreografie brevi sono protette dal diritto d’autore?

Il fenomeno di TikTok ha rivoluzionato il mondo della danza, rendendo le coreografie un elemento chiave della cultura pop e delle “challenge” virali. Ma questi brevi balletti, spesso creati in pochi secondi, sono tutelati dal diritto d’autore?

La risposta è: sì, potenzialmente. Anche una coreografia breve può essere protetta dal diritto d’autore, a patto che soddisfi i requisiti di originalità e creatività. Non è la durata, ma la natura creativa e distintiva della sequenza di movimenti a determinare la tutelabilità.

  • Il Problema dell’Originalità e della Paternità: La sfida maggiore per le coreografie di TikTok è spesso dimostrare l’originalità e, soprattutto, la paternità. Molte “challenge” nascono da imitazioni e variazioni successive, rendendo difficile risalire al “primo” autore di una specifica sequenza. Chi ha creato quel balletto virale che tutti stanno copiando?
    • Esempio: Casi come quello della “Renegade” dance, creata dalla teenager Jalaiah Harmon, hanno acceso il dibattito. Inizialmente, il merito e la visibilità sono andati ad altri TikToker più famosi che l’avevano riproposta, solo in seguito Jalaiah ha ricevuto il riconoscimento per la sua creazione. Questo evidenzia la difficoltà di attribuire e proteggere la paternità in un ambiente di rapida riproduzione e remix.
  • La “Fissazione” su TikTok: La registrazione video su TikTok stesso costituisce una forma di “fissazione” dell’opera, rendendola potenzialmente tutelabile.
  • Licenze delle Piattaforme: Quando carichi un video su TikTok, come su YouTube o Instagram, accetti le condizioni d’uso della piattaforma. Questo significa che concedi alla piattaforma una licenza per utilizzare, distribuire e mostrare il tuo contenuto (spesso anche per scopi commerciali). Gli altri utenti, inoltre, possono remixare o utilizzare spezzoni del tuo video. Questo non significa che tu perda il tuo copyright, ma che hai concesso ampie licenze d’uso.

Come tutelare una coreografia?

Se sei un coreografo e vuoi assicurarti che la tua arte sia protetta, ecco alcuni consigli:

  1. Fissa l’Opera: Registra sempre le tue coreografie. Un video chiaro della sequenza di passi è la prova più efficace della tua creazione. Anche schemi o notazioni coreografiche sono validi.
  2. Originalità e Creatività: Assicurati che la tua coreografia abbia un minimo di originalità e creatività. Non deve essere una sequenza banale o comune.
  3. Deposito Ufficiale: Valuta il deposito della tua coreografia presso la S.I.A.E. o altre autorità competenti per il diritto d’autore nel tuo paese. Questo fornisce una data certa della creazione e facilita la prova in caso di contestazioni.
  4. Monitora e Agisci: Nel mondo digitale, la sorveglianza è fondamentale. Se scopri un plagio, agisci legalmente. La legge ti offre strumenti come l’azione inibitoria per fermare l’abuso e il risarcimento del danno (sia patrimoniale che non patrimoniale). La tutela penale può entrare in gioco in casi di gravi lesioni della reputazione o della vita privata.

In sintesi, la danza, da arte effimera e istantanea, si trasforma in un bene giuridico da salvaguardare. La conoscenza del diritto d’autore per le coreografie è la tua migliore arma per proteggere la tua creatività e assicurarti che i tuoi passi, siano essi su un palco o sullo schermo di TikTok, ricevano il riconoscimento che meritano.

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Sono Claudia Roggero, avvocata specializzata in Proprietà Intellettuale, Diritto d’Autore e dello Spettacolo. La mia missione non è solo guidarti attraverso il labirinto normativo che governa il mondo delle arti, della musica, dell’audiovisivo, dell’editoria e del digitale. Con bravura ed una competenza d’eccellenza, mi dedico a trasformare le complessità legali in opportunità strategiche, sempre con un approccio profondamente umano.

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