Gualtiero Marchesi: “Cucino ergo creo”

Chef e cheffe di tutt’Italia: è finita l’epoca del “segreto in cucina”. Stop ai nascondigli segreti su mensole misconosciute, camuffamenti, bugie, tranquilli/e ….

Tutto ciò che è stato frutto della Vostra scienza, conoscenza, esperienza culinaria è protetta dal copyright. L’essenziale è aver dato alla ricetta “quel tocco in più”…

La legge ha riconosciuto come opera creativa, e dunque tutelata, la creazione di una ricetta. Attenzione! La legge ti tutela solo se tu, cuoco ingegnoso, hai dato vita ad una ricetta (sebbene attingendo da una tradizionale) inserendo una variante, un particolare inedito, un qualcosa di diverso, originale, unico… ebbene sì, anche tu al pari di autori, musicisti, produttori sarai tutelato dal diritto d’autore.

Possiamo citare sentenze in merito?

Sì. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, con la Sent.n. 9763 del 10/07/2013 con la quale veniva definita la controversia tra un gastronomo, appassionato di cucina e di salumi, e una autrice/editrice la quale aveva ben pensato di inserire nel proprio libro di cucina prossimo alla edizione, una serie di ricette che erano state pubblicate anteriormente su internet dallo chef/degustatore.

Perché è stato necessario ricorrere in Tribunale, pur trattandosi di semplici ricette? La causa si è resa inevitabile, in quanto il nostro protagonista pubblicava sul sito ricette che si dimostravano essere tradizionali ma con un tocco, seppur minimo, di una nota di originalità frutto della propria personalità…dunque l’autrice (terzo) avrebbe dovuto chiedere e ottenere il consenso dell’autore prima di procedere a pubblicazione ed edizione delle medesime pietanze.

Dunque, se uno chef crea un piatto, deve registrarsi necessariamente alla SIAE? No. Nel caso di specie: laddove la pietanza si dimostri come un’opera originale, in automatico scatterà la tutela del diritto d’autore..unica prerogativa sarà quella di dimostrare in Tribunale di aver creato in un momento anteriore, quella portata, quel piatto.

Gualtiero Marchesi: quando si dice: “è successo ai migliori..”

Restando “sul pezzo” è famosa una questione simile accaduta al grande chef/Maestro Gualtiero Marchesi, che ha incardinato sempre presso il Tribunale di Milano, la simulazione di un processo. Oggetto? La tutela del diritto d’autore per un piatto creato, ideato , pensato, voluto. Nella forma, nel sapore e nel profumo.

Quale il piatto “conteso”?

Si parla del famoso risotto oro e zafferano, tipico piatto della tradizione milanese, ricetta atavica..ehm..antica..

Copyright e fornelli

Perché il Maestro invocava la protezione autoriale?

Un allievo del Marchesi, dopo aver affrontato una gavetta importante presso il Maestro, decideva di mettersi in proprio. Proponeva nella “carta menu’” il piatto (tradizionale) del riso oro e zafferano nell’intenzione di omaggiare il Maestro. Con una particolarità (sgradita) che ha rovinato tutto..quella di adoperare nella preparazione un riso Basmati(di qualita’ inferiore ) rispetto al Carnaroli. Il risotto, difatti, con la relativa presentazione, era stato depositato dal Marchesi nel 2002 come marchio distintivo di design. A tal proposito dice in un’intervista il Marchesi: “Nemmeno quello preparato da me è sempre identico, ogni volta cambia qualcosa, si sente la ‘mano’, proprio come nell’esecuzione di una musica. Lo spartito è sempre quello, ma la differenza tra un esecutore e un altro si sente eccome. Ecco perché anch’io, come Paganini, non ripeto ma rifaccio”.

La qualità di un riso può attivare una tutela autoriale?

Si. L’uso di un ingrediente non attinente all’originale rischia di contaminare l’intera ricetta.. A tal proposito l’ENR(Ente Nazinale risi) ha dimostrato che il basmati è un tipo di riso non adatto alla preparazione di risotti di un certo livello, in quanto trattasi di una qualità che mal si presta a ricette di questo genere.

Quali i risvolti della vicenda?

La Corte ha chiaramente appoggiato la tesi del Maestro Marchesi, impedendo, di fatto , al Suo allievo di riproporre la stessa ricetta. Appoggiando la tesi del Marchesi, ha impedito di fatto al Suo allievo di riproporre il “riso oro e zafferano” nel menu’ del proprio novello ristorante. Attendiamo ulteriori interventi giurisprudenziali in merito che possano arricchire concretamente un campo che ad oggi risulta scarno di pronunce, nonostante la dilagante “mania del masterchef di turno”! Intanto..( e per restare in tema con i tempi)..occhio alle cene natalizie..qualche ospite perspicace potrebbe “rivendere” la Vostra ricetta “modificata”dei cari struffoli napoletani”.

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