SoundCloud e le licenze musicali: fin dalla sua nascita, SoundCloud ha voluto rivoluzionare il mondo della musica, unendo creatori e fan in modo diretto. Ma questo spirito di innovazione si è scontrato ben presto con la dura realtà del diritto d’autore, scatenando una battaglia legale con i giganti dell’industria.
La sfida del copyright: SoundCloud contro le Major
La storia è iniziata quando DJ e producer si sono visti rimuovere in massa i loro contenuti (mashup, remix e mixtape) dalla piattaforma, spesso senza preavviso. I responsabili? Le grandi etichette discografiche, in primis la Universal Music Group, che ha avviato una vera e propria guerra al copyright. I creatori si sentivano persi. La risposta di SoundCloud era chiara: “non abbiamo alcun controllo su di esse” e “Loro (Universal) non ci dicono il perché e non siamo nemmeno al corrente di quale parte della tua traccia infranga i diritti”.
La ricerca di un accordo
Per risolvere la situazione, SoundCloud ha capito di non poter più operare senza le licenze musicali necessarie e ha cercato di raggiungere accordi con le tre etichette più importanti del mondo: Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group. L’offerta era allettante: le licenze in cambio di una partecipazione del 3,5% in SoundCloud e una fetta delle entrate future.
La Warner Music e Merlin, un’agenzia che rappresenta le piccole case discografiche, hanno accettato. Tuttavia, Universal e Sony, i due colossi, non lo hanno fatto, lasciando la piattaforma in una posizione precaria. Questo ha costretto SoundCloud a evolvere. Da servizio gratuito basato sulla condivisione, ha dovuto creare un nuovo modello economico. Un modello che includesse la pubblicità per generare ricavi e, di conseguenza, royalty per gli artisti e le etichette.
Creative Commons: un’alternativa per gli artisti
Per i creatori che caricano musica su SoundCloud, esistono diverse opzioni. La piattaforma permette di scegliere tra la classica protezione “tutti i diritti riservati” o le licenze Creative Commons. Con le licenze Creative Commons, gli autori possono cedere determinati diritti di sfruttamento, mantenendone altri. In questo modo possono permettere ad altri utenti di utilizzare e rielaborare le loro opere in base a diverse condizioni, promuovendo la condivisione e la collaborazione. Questa flessibilità ha reso SoundCloud una piattaforma unica nel suo genere, un luogo dove la musica emergente può trovare il suo spazio e raggiungere un pubblico vasto (175 milioni di utenti mensili), anche se il confronto con i giganti dell’industria è ancora una sfida aperta.
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