Spotify e Copyright: Perché è così difficile risalire ai titolari dei diritti?

Spotify e Copyright: Perché è così difficile risalire ai titolari dei diritti?

La difficoltà risiede nella frammentazione e incompletezza dei dati di copyright a livello globale, che spesso non permettono di associare un brano musicale al suo effettivo titolare dei diritti. Questo problema, emerso nel caso Lowery, rende estremamente complesso per le piattaforme di streaming risalire in modo univoco a chi debba essere pagato, anche a fronte della volontà di farlo.

Spotify, come altre piattaforme di streaming, si trova spesso al centro di cause legali legate al copyright. Il problema principale? Rintracciare in modo corretto i titolari dei diritti per pagare le dovute royalties. Questo può sembrare strano, ma dietro a ogni brano musicale si nascondono diversi diritti che non sempre sono facili da individuare.

Le Accuse e la Difesa di Spotify

Nel 2015, diversi artisti, tra cui David Lowery, hanno denunciato Spotify per aver trasmesso in streaming le loro canzoni senza pagare i diritti d’autore, chiedendo risarcimenti per oltre 150 milioni di dollari. Spotify ha ammesso il problema, ma lo ha attribuito alla difficoltà di identificare correttamente i titolari dei diritti a causa di dati incompleti o errati. Per risolvere la questione, l’azienda ha scelto di patteggiare, accettando di pagare 43,4 milioni di dollari, una cifra che, pur essendo inferiore alle richieste, ha riconosciuto l’esistenza della controversia.

Spotify e Copyright

La Tecnologia Blockchain per risolvere i problemi di Copyright

Per evitare ulteriori cause e dimostrare la sua buona fede, Spotify ha deciso di investire in una soluzione innovativa: la tecnologia Blockchain. L’azienda ha acquistato una startup, Media Chain, specializzata in questo tipo di tecnologia.

L’obiettivo è creare una piattaforma che tracci in modo trasparente e automatico l’uso di ogni brano musicale. La tecnologia Blockchain, infatti, permette di creare un registro digitale inattaccabile, dove ogni dato (come il nome dell’autore, del produttore e dell’artista) è collegato in modo sicuro all’opera. In questo modo, diventa molto più semplice risalire ai titolari dei diritti e pagare le royalties in modo corretto.

Questa svolta tecnologica potrebbe aiutare Spotify a gestire in modo più efficiente il complicato mondo dei diritti musicali, risolvendo finalmente uno dei suoi problemi legali più grandi e garantendo una maggiore trasparenza per tutti gli artisti.

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Sono Claudia Roggero, avvocata specializzata in Proprietà Intellettuale, Diritto d’Autore e dello Spettacolo. La mia missione non è solo guidarti attraverso il labirinto normativo che governa il mondo delle arti, della musica, dell’audiovisivo, dell’editoria e del digitale. Con bravura ed una competenza d’eccellenza, mi dedico a trasformare le complessità legali in opportunità strategiche, sempre con un approccio profondamente umano.

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