Diritto delle imprese e intelligenza artificiale: qual è l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle imprese, sulla loro attività e struttura? Quale futuro si prospetta per la loro gestione e organizzazione?
La trasformazione delle attività economiche per effetto delle tecnologie di intelligenza artificiale è, nel corso degli ultimi anni, uno dei fenomeni più studiati. Gli esperti si trovano a confrontarsi su una evoluzione che sta già determinando una vera e propria rivoluzione sulla realtà delle imprese.
Diritto delle imprese e intelligenza artificiale: in che modo le PMI usano l’intelligenza artificiale?
L’IA trasforma i settori economici e l’industria dello spettacolo
L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando diversi settori commerciali. Le piccole e medie imprese utilizzano l’IA per automatizzare le operazioni e migliorare la produttività. Molte aziende si affidano ai chatbot per rispondere rapidamente alle domande dei clienti, mentre piattaforme come Netflix e Spotify usano l’IA per offrire suggerimenti personalizzati. Anche la pubblicità è cambiata, con algoritmi che creano campagne mirate in base ai gusti degli utenti. Nel mondo aziendale, si ricorre sempre più agli algoritmi per la selezione dei manager e le decisioni gestorie, e in medicina le tecniche di IA sono diffuse per la diagnostica.
La battaglia tra SAG-AFTRA e gli studios sull’uso dell’IA
Nell’industria dell’intrattenimento, l’intelligenza artificiale ha scatenato un’accesa controversia tra il sindacato degli attori SAG-AFTRA e l’AMPTP (l’associazione dei produttori cinematografici e televisivi) negli Stati Uniti. Il punto centrale del dibattito riguarda la protezione dell’immagine degli attori dall’uso dell’IA.
L’AMPTP ha proposto una clausola che permette agli studios di pagare una sola volta per la scansione digitale dell’immagine di un attore, in particolare per quelli che guadagnano oltre una certa soglia. In cambio, gli studios otterrebbero il diritto di utilizzare tali scansioni senza ulteriori compensi. La proposta include anche l’utilizzo delle scansioni di interpreti deceduti senza il consenso dei loro eredi.
La SAG-AFTRA si è opposta fermamente a questa offerta. Il sindacato chiede un compenso aggiuntivo per ogni riutilizzo delle scansioni AI e insiste affinché il consenso dell’attore sia richiesto non solo per la scansione iniziale, ma anche per ogni uso futuro. La battaglia è focalizzata sulla protezione dei diritti di immagine e sulla necessità di garantire che gli attori siano equamente retribuiti nell’era dell’intelligenza artificiale.
Per prevenire le cause è sempre meglio inserire le giuste clausole negli accordi di cessione diritti con gli autori.
Sentenze e sviluppi recenti (al momento attuale, Luglio 2025):
Il panorama è molto fluido, ma si stanno delineando alcune direzioni:
Copyright per le opere generate dall’IA:
In generale, la tendenza è che le opere create esclusivamente dall’IA senza un significativo contributo creativo umano non possano essere protette da copyright. L’U.S. Copyright Office ha ribadito che il copyright spetta solo alle creazioni di origine umana, come nel caso di Stephen Thaler (che ha cercato di registrare un’opera creata dalla sua IA “Creativity Machine” senza successo). Tuttavia, se c’è un contributo umano significativo (ad esempio, tramite prompt elaborati, editing o selezione degli output), l’opera potrebbe essere protetta.
“Fair Use” nell’addestramento:
- C’è stata una recente sentenza in California (di cui si parla molto, anche con riferimento ad Anthropic in alcuni articoli recenti) che ha sostenuto che l’addestramento dell’IA con libri legalmente acquisiti potrebbe rientrare nel “fair use” per scopi di ricerca e sviluppo. Questo non significa che sia sempre legale usare qualsiasi contenuto, ma che l’uso per l’addestramento potrebbe non essere una violazione di per sé.
- Tuttavia, la stessa sentenza o contesti simili sottolineano che l’uso di milioni di libri scaricati illegalmente da siti pirata (il cosiddetto “shadow library dataset”) non è affatto coperto dal fair use e sarà oggetto di processi separati per eventuale risarcimento. Questo è un punto cruciale che distingue tra l’uso di dati legittimi e illegittimi.
Sentenza Meta (LLaMA): Recentemente, una corte distrettuale di San Francisco ha dato ragione a Meta in una causa sul copyright relativa all’addestramento del modello LLaMA, archiviando la causa intentata da un gruppo di scrittori. La motivazione principale è stata la mancanza di prove solide che l’addestramento su opere protette avesse portato a una violazione diretta del copyright negli output o che le opere generate fossero sostanzialmente simili a quelle protette. Questa sentenza è importante, ma non definitiva.
AI Act dell’UE: L’Unione Europea, con il suo AI Act, sta cercando di regolamentare l’IA, inclusi aspetti legati al copyright. L’atto richiede che i fornitori di modelli generativi:
- Pubblichino una sintesi dettagliata dei dati utilizzati per l’addestramento, specificando se includono contenuti protetti da diritto d’autore.
- Adottino politiche conformi alla normativa sul copyright, garantendo che l’uso delle opere sia autorizzato o rientri nelle eccezioni. Questo mira a maggiore trasparenza e responsabilizzazione.
Considerazioni finali:
Il dibattito è lungi dall’essere concluso. Le questioni aperte includono:
- Definizione di “trasformativo”: Cosa rende un uso “trasformativo” quando l’IA apprende da opere protette?
- Compensazione per i creatori: Come si può garantire che i creatori originali vengano compensati per l’uso delle loro opere nell’addestramento dell’IA?
- Responsabilità: Chi è responsabile se un’IA genera un output che viola il copyright? Il creatore del modello, l’utente, o entrambi?
- Armonizzazione internazionale: Le leggi sul copyright variano da Paese a Paese, rendendo complesso stabilire regole globali.
È un’area del diritto in rapidissima evoluzione, e ci si aspetta molte altre sentenze e, potenzialmente, nuove leggi specifiche per affrontare le sfide poste dall’IA.
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