L’ex frontman e bassista della storica band britannica Pink Floyd, Roger Waters, è di nuovo sotto i riflettori. Il suo quinto album da solista, ‘Is this the life we really want?’, ha fatto parecchio discutere negli ultimi tempi, ma non per la sua profonda e tenebrosa descrizione del declino della razza umana.
Pare, infatti, che le grafiche della copertina del disco del Rocker britannico siano un fac-simile del linguaggio concettuale ‘Cancellature’, la cui paternità è attribuita ad Emilio Isgrò, artista e scrittore italiano. Quasi un quarto di secolo di duro lavoro che in soli pochi mesi rischiava di andare in frantumi.
Se date uno sguardo alla copertina del disco potete notare una serie di linee nere tratteggiate poste su uno sfondo bianco; le stesse linee che sono presenti nell’opera concettuale dell’artista siciliano. La somiglianza è innegabile ed è per questo motivo che Waters viene accusato di plagio.
Siamo di fronte al Tribunale di Milano, un’arena ben differente da quella a cui Waters è abituato. Qui non ci sono né sipari, né riflettori, né fans che tra un coro e l’altro acclamano il suo nome. Qui c’è una presunta violazione di copyright che deve essere provata.
Un mese dopo l’accusa di plagio, il Tribunale stesso riconosce il valore artistico dell’opera ‘Cancellature’ e, di conseguenza, inibisce la Sony Music Italy, etichetta discografica incaricata di distribuire nel nostro Paese il disco rivoluzione, dalla sua vendita perché, appunto, la sua copertina “riprende pedissequamente la forma espressiva dell’opera di Isgrò”.
Per intenderci, la legge del diritto d’autore tutela il carattere espressivo e creativo di un’opera e non l’idea della stessa. Tant’è che le royalties derivanti dalla sua commercializzazione non possono riguardare l’idea in sé ma soltanto lo sfruttamento economico del prodotto che ne deriva (sia esso un brano o un’opera d’arte).
Un’opera per essere tutelata dal diritto d’autore deve avere carattere creativo. Secondo il Tribunale tale caratteristica “non coincide con i requisiti di originalità e novità assoluta”, richiesti invece per i marchi.
Per questo motivo le difese portate in aula dai legali della Sony, principalmente incentrate sul diverso significato concettuale di quelle linee nere tratteggiate, che peraltro denunciano le continue censure di determinati documenti da parte del Governo Usa, non potevano che essere ritenute infondate.
La causa si è poi conclusa a favore di Waters con un accordo stragiudiziale del quale, però, non ci è dato sapere se esiste o meno un compenso per Isgrò. Ciò che sappiamo e che l’artista italiano ha riconosciuto la buona fede di Waters, come si legge sul comunicato rilasciato dagli stessi legali della Sony.
“Il materiale grafico della copertina di ‘Is this the life we really want?’ è stato dunque realizzato, come più volte sostenuto dallo stesso Waters, in maniera indipendente”, senza alludere al capolavoro dell’artista siciliano.
A questo punto non rimane che goderci le due opere d’arte!
Articolo di Miriam Scuccimarra
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