Approfondiamo l’argomento dello sfruttamento immagine
Dallo sfruttamento abusivo dell’immagine altrui allo sfruttamento postumo, passando per quello commerciale del nome: quali sono i casi celebri di sfruttamento del diritto di immagine? L’uso dell’immagine di una persona, sia essa comune o famosa, è un’attività che si trova all’intersezione tra la libertà di espressione e i diritti individuali. L’espressione “sfruttamento immagine” si riferisce proprio all’utilizzo a fini commerciali, pubblicitari o anche semplicemente di visibilità, dell’aspetto fisico di un individuo. Questo tema solleva questioni legali complesse, poiché ogni persona è titolare di un diritto all’immagine che le conferisce il potere di controllare e autorizzare come e dove il proprio volto viene esposto. L’articolo che segue esplora i confini legali di tale pratica, analizzando le differenze tra un uso lecito e uno illecito, le eccezioni previste dalla legge e le conseguenze per chi decide di pubblicare un’immagine senza il dovuto consenso.
Come sfruttare ed utilizzare immagini di personaggi famosi rispettandone i diritti?
Lo sfruttamento dell’immagine di una persona è un diritto fondamentale, che permette di controllare come la propria figura venga usata, specialmente a fini commerciali. Questo diritto è particolarmente rilevante per le celebrità, la cui immagine ha un valore economico significativo. Il caso di Robin Williams e le successive controversie legali evidenziano la complessità e l’importanza di gestire l’immagine anche dopo la morte.
Il Controllo dell’Immagine Postuma: La Scelta di Robin Williams
Robin Williams, prima della sua scomparsa, ha adottato una strategia precisa per gestire lo sfruttamento della sua immagine dopo la morte.
- Eredità alla Beneficenza: L’attore ha lasciato i diritti sul suo nome, firma, fotografie e immagine alla Windfall Foundation, un’organizzazione benefica creata dai suoi legali. Questo ha escluso la sua famiglia dalla divisione di questi beni immateriali.
- Restrizioni d’Uso: Il fondo fiduciario ha imposto severe limitazioni:
- Nessun uso pubblicitario dell’immagine o del nome di Williams per 25 anni dopo la sua morte (fino all’11 agosto 2039).
- Divieto di creare ologrammi dell’attore o di inserirlo in nuovi film tramite mezzi digitali.
- Motivazioni Fiscali e Morali: Questa decisione era probabilmente mirata a evitare che il fisco americano potesse beneficiare eccessivamente dallo sfruttamento dell’immagine postumo, come accaduto nel caso di Michael Jackson, dove gli eredi si trovano a fronteggiare ingenti debiti fiscali. La mossa di Williams ha permesso non solo di controllare l’uso della sua immagine, ma anche di compiere un gesto caritatevole e di evidenziare il valore della “vita dopo la morte” di una celebrità.
Il “Right of Publicity” e la Sua Ampiezza
Lo sfruttamento dell’immagine per scopi commerciali è spesso definito come “right of publicity.” Questo diritto non si limita solo al nome o alla fotografia.
- Attributi della Personalità: La tutela si estende all’uso abusivo di altri attributi distintivi di una persona, come slogan, voci, o caratteristiche fisiche particolari che rendono la persona riconoscibile e sono sfruttate commercialmente.
- Contratti di Merchandising: Il nome, l’immagine e i marchi di celebrità possono essere oggetto di contratti specifici (es. sponsorizzazione, endorsement, personality merchandising). Questi accordi permettono di concedere a terzi il diritto di utilizzare l’immagine per fini commerciali in settori diversi.
Esempi: La riproduzione di personaggi Disney su magliette o l’uso del marchio Ferrari per accessori sono chiari esempi di merchandising.
- Applicazione a Persone Sconosciute: Il “right of publicity” può applicarsi anche a persone non celebri, ma che possiedono caratteristiche uniche (es. occhi o capelli di particolare bellezza) che le rendono idonee per usi pubblicitari.
La Quantificazione del Danno e la Tutela Giurisprudenziale
In caso di sfruttamento dell’immagine abusivo, il risarcimento del danno è un aspetto cruciale.
- Criteri di Risarcimento: La quantificazione del danno si basa spesso sulla perdita di profitti da parte del titolare del diritto, ma anche sul “risparmio di spesa” ottenuto da chi ha commesso l’illecito. Questo significa la somma che l’abusante avrebbe dovuto pagare per ottenere legalmente il consenso all’uso dell’immagine.
- Sentenze Rilevanti: La giurisprudenza italiana ha confermato più volte la violazione del diritto d’autore e del diritto all’immagine per l’uso non autorizzato di personaggi su prodotti commerciali.
- Walt Disney Co. c. Soc. ed. Tattilo (Pret. Milano, 1989): La riproduzione non autorizzata di personaggi su magliette o riviste costituisce uno sfruttamento illecito del diritto patrimoniale dell’autore.
- Soc. United Feature Syndicate inc. c. Ditta Spring Foot (Trib. Roma, 1982): L’utilizzo commerciale di personaggi a fumetti (es. Snoopy) su magliette viola il diritto d’autore.
- Soc. Dan Junior Production c. Soc. Mediterranean Transfers International (Pret. Roma, 1979): La riproduzione di immagini di personaggi su magliette senza consenso è contraffazione.
Il Consenso: Un Atto Contrattuale, Non Una Semplice Autorizzazione
Tradizionalmente, il consenso all’uso dell’immagine era visto come una semplice autorizzazione revocabile. Tuttavia, la visione moderna lo considera un vero e proprio accordo contrattuale.
- Impossibilità di Pentimento Successivo: Una volta che il consenso è stato validamente manifestato nell’ambito di un contratto di sfruttamento commerciale, un “ripensamento” successivo del soggetto ritratto non è più rilevante. La natura patrimoniale del diritto all’immagine lo rende oggetto di negozi giuridici a scopo di lucro.
- La Nuova Disciplina del Consenso: Questo approccio riflette le esigenze del mercato e della comunicazione moderna, dove l’immagine di persone celebri (o anche non celebri con caratteristiche uniche) è un asset commerciale negoziabile.
- Il Caso Harris Faulkner vs. Hasbro: L’Immagine della Persona Comune
Anche le persone non celebri possono far valere il diritto allo sfruttamento dell’immagine.
- La Giornalista e il Criceto Giocattolo: Harris Faulkner, giornalista di Fox News, ha citato in giudizio la Hasbro per aver utilizzato la sua immagine senza autorizzazione per un giocattolo a forma di criceto chiamato “Harris Faulkner”, parte della linea Littlest Pet Shop.
- Danni alla Reputazione e All’Immagine: La giornalista ha sostenuto che l’associazione del suo nome a un giocattolo con un rischio di soffocamento per i bambini, e la sua rappresentazione come un roditore, fossero umilianti e dannosi per la sua credibilità professionale. Ha chiesto 5 milioni di dollari di risarcimento. Il caso ha sollevato questioni sulla riconoscibilità del nome e della somiglianza fisica con il giocattolo.
Lo sfruttamento dell’immagine, sia per le celebrità che per i comuni cittadini, è un campo in continua evoluzione, dove la tutela della persona e il valore economico dell’immagine si intersecano, richiedendo attenzione e consapevolezza legale. Se ti serve una bozza contratto sfruttamento immagine lo trovi qui.
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