Basta bufale. Impegni concreti!

Basta bufale impegni concreti.


Basta bufale impegni concreti


Basta bufale impegni concreti – Cosa è emerso dal Convegno svoltosi alla camera dei deputati del 2 maggio 2017.

La Commissione Internet, istituita il 28 luglio 2014, composta da deputati competenti in materia ed esperti esterni ha evidenziato la necessità di:

  • potenziare il processo di alfabetizzazione digitale: la formazione è la prima azione da compiere per risolvere il problema, è necessario fornire competenze per una piena cittadinanza digitale. E’ necessario possedere gli strumenti per arrivare alle origini delle informazioni, per poterle valutare. Gli studenti grazie alle tecnologie devono diventare consumatori critici in grado a loro volta di produrre informazione di qualità;
  • portare avanti una campagna di informazione di massa attraverso tutti i mezzi di informazione per aumentare il livello di consapevolezza delle persone;
  • distinguere il fenomeno di lotta alle fake news rispetto alla censura.

Le fake news, infatti, mettono a rischio il diritto fondamentale di informazione; inquinano il discorso pubblico e creano destabilizzazione.

Sarebbe ottimale se si lanciasse un grande progetto di educazione civica digitale con tutti i soggetti coinvolti (aziende, social media, istituzioni).

Le Fake News

Il contrasto ai danni dell’informazione pilotata deve partire da una consapevolezza diffusa. La maggior parte dei cittadini, vede la fake news come se fossero degli errori o delle sviste, non lo percepiscono come un problema grave. Il termine stesso sembra sminuire la questione.

La bufala è diventata una disinformazione studiata, pianificata e soprattutto commercializzata. le fake news sono un motore economico. Con esse si spostano risultati elettorali, si vanificano campagne sanitarie, si fanno grandi guadagni.

I cittadini hanno diritto di sapere che le piattaforme ricavano grandi guadagni dalla condivisione delle fake news.

La soluzione al problema, però, non può basarsi su una proposta di censura, ma deve fondarsi su una maggiore informazione. Quali sono le conclusioni emerse dai quattro tavoli aperti dalla commissione internet?

  • esiste un grave problema sociale connesso al business delle bufale: una cittadinanza confusa da notizie false e contraddittorie, su temi essenziali, non è facile da governare;
  • nessuno vuole istituire dei ministeri della verità, ma si possono perfezionare gli strumenti tecnici per bloccare i casi di falso palese;
  • dal mondo dei media e del giornalismo è emersa molta preoccupazione, legata soprattutto al crollo degli introiti pubblicitari, il mercato è, infatti, passato in massa ai social network e ai motori di ricerca.
  • Questa crisi ha esacerbato il mercato dell’informazione: meno soldi comportano tempi di produzione sempre più stretti che minano il controllo di veridicità sui fatti prima di pubblicarli. Molti dei partecipanti del tavolo dei media hanno evidenziato la necessità che venga fatto passare il messaggio che la produzione delle notizie ha un costo, che fare informazione corretta richiede denaro.

Le preoccupazioni del mondo dei media non sono accompagnate da sforzi concreti. Mancano procedure di standardizzazione della correzione e della gestione degli inevitabili errori giornalistici. Molti media si sono vantati di avere dipartimenti interni dedicati al fact checking, ma la realtà è che le rettifiche latitano.

I media hanno rapporti tesi con il digitale. Soprattutto facebook e google, sono visti come antagonisti che godono di vantaggi (soprattutto fiscali) che sbilanciano il mercato e creano una posizione dominante nel campo dell’informazione.

  • Emerge la volontà di collaborare, principalmente cercando di capire come evitare di farsi fare pubblicità sui siti dove circolano le fake news. questo però è molto difficile perché loro non hanno alcun controllo sui siti che li pubblicizzano.

Che differenza c’è fra la censura e la verifica della verità delle notizie?

Il tema delle fake news non ha nulla a che vedere con la libertà di opinione soprattutto se i like sono generati da sistemi automatici o da collaboratori a pagamento e se i commenti sono partoriti da algoritmi di amplificazione. Tutte queste cose non sono opinioni personali, ma spam generati da macchine.

Il ruolo dei social media.

L’informazione corretta è uno snodo vitale della democrazia.

Due sono i protagonisti del mondo dell’informazione:

  • media tradizionali;
  • social media (partecipazione al confronto non professionale e spontanea che nasce dalla partecipazione).

Due ruoli e due funzioni diverse. La prima qualificata come la società dell’informazione; la seconda definibile come la “società della conversazione”. Queste ricoprono due funzioni e due ruoli completamente diversi.

I media tradizionali sono caratterizzati da un sistema organizzato, dotato di una responsabilità editoriale, qualificato da formazione e professionalità. La credibilità è la vera forza dell’editoria.

I social, invece, non sono propositori di informazione, ma di opinioni. La verifica è relativa, non c’è trasparenza, ci si copre dietro l’anonimato e non sono chiare le responsabilità.

E’ necessario tenere chiaro le differenze. Non è censura ma contrasto all’opacità.

3 punti utili per contrastare le fake news:

  • nuovo approccio culturale;
  • tutela dell’informazione professionale di qualità, regole trasparenti e meccanismi economici chiari ed equi;
  • modalità di controllo delle fake news. Non basta l’autocontrollo degli operatori della rete. E’ necessario un eterocontrollo, con la presenza di organismi indipendenti che tutelino queste situazioni. in merito sono presenti, al momento, due proposte: l’antitrust propone di creare un’autorità indipendente europea ad hoc; creazione di un istituto di autodisciplina con la partecipazione di tutti i soggetti interessati (come per la pubblicità).

EU Policy Facebook. 

3 le aree di lavoro portate avanti dalla società nella lotta alle fake news.

  • Puntare sulla qualità dei contenuti. i clickbate (dibattitti solo per attrarre click) devono essere rimossi da facebook, a lungo termine facebook punta su contenuti di qualità. occorre rendere più visibili i contenuti di qualità, per farli emergere. facebook sta lavorando per sostenere economicamente il giornalismo di qualità.
  • Come affrontare le campagne di disinformazione? Collaborando con le forze di polizia, con le istituzioni per fare formazione. occorre aiutare gli utenti a porre in essere le scelte, non si possono censurare i contenuti, ma si deve lavorare su campagne informative che offrano alle persone le capacità per distinguere ciò che è vera informazione da ciò che non lo è.
  • Facebook è aperta a collaborare con tutte le istituzioni italiane per fare formazione e sensibilizzazione sui temi connessi.

è meglio confutare le bufale o contenerle all’origine?

Le bufale sono incontenibili. Devono essere esaminate per far vedere come si smontano.

come arginare la deriva della consapevolezza?

Le radici strutturali del fenomeno delle fake news lo rendono un fenomeno non passeggero. La trattazione del problema richiede la capacità del sistema istituzionale, formativo ed informativo di promuovere un dibattito pubblico serio e libero.

cosa può fare pubblicità progresso?

Creare un progetto di gaming per fornire ai giovani il metodo per scovare le notizie false.

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