Artificial Intelligence è creativa? La Cassazione dice si

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Un’opera creata da artificial intelligence è equiparabile all’elaborazione di un’opera dell’ingegno e non pregiudica un eventuale apporto creativo da parte dell’autore. Lo ha stabilito l’ordinanza della Cassazione n. 1107 del 16 gennaio 2023.

I protagonisti della vicenda sono da una parte RAI, che nel 2016 ha usato come scenografia per Sanremo l’immagine digitale di un fiore, realizzata grazie a un software; dall’altra l’architetto Chiara Biancheri, che ha realizzato l’immagine tempo prima di Sanremo e che, con la causa contro RAI, ha ottenuto 40mila euro di risarcimento.

Chiara sul web è conosciuta come Lindelokse. È una creativa digitale, grafica, designer e architetta. La sua passione è creare immagini frattali, pattern e geometrie generate da un software. Proprio lei è l’autrice dell’opera grafica incriminata dal titolo “The scent of the night”. L’opera è stata realizzata con un software e condivisa sul web (e in un libro).

Nell’estate del 2018 Chiara cita in giudizio la RAI, lamentando

la violazione del proprio diritto d’autore su quella opera, utilizzata dall’azienda di viale Mazzini come scenografia fissa per il Festival di Sanremo del 2016,

e chiedendo il risarcimento del danno subito e la rimozione del programma dal sito internet della RAI.

Per i giudici di merito l’istanza è del tutto legittima. In primo grado viene ritenuta

accertata la paternità dell’opera in capo a C.B., con conseguente violazione del diritto d’autore ad ella spettante da parte della RAI

che, perciò, viene condannata a versare 40mila.

Con l’ordinanza n. 1107 del 16 gennaio 2023 la Corte di Cassazione ha confermato le sentenze dei giudici di merito, del Tribunale e della Corte d’Appello di Genova.

L’impugnazione di RAI è stata respinta e “The Scent of the Night” utilizzata dalla RAI, come scenografia del Festival di Sanremo nel 2016, è stata riconosciuta come opera dell’ingegno e dunque tutelata dal diritto d’autore: la sua riproduzione senza autorizzazione costituisce una violazione dei diritti dell’autrice.

La Suprema Corte ha riconosciuto che l’opera, un’immagine digitale a soggetto floreale “frattale”, ossia

caratterizzata da autosimilarità, ovvero da ripetizione delle sue forme su scale di grandezza diverse

fosse sufficientemente originale e creativa e capace di riflettere la personalità del suo autore, manifestando le sue scelte libere e creative e che la scenografia del festival riprendesse tale opera, con ciò sfruttandola commercialmente.

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