Diritto d’autore, opere d’arte e la responsabilità della galleria

Il diritto d’autore per le opere d’arte ha creato non poche discussioni che sono finite in Tribunale. Il problema è stato stabilire se esiste on meno una responsabilità del gallerista nei confronti dei collezionisti a cui vengono vendute le opere.

Una galleria è tenuta ad agire nell’interesse del compratore collezionista? I ricchi collezionisti d’arte devono fidarsi dei consulenti e degli agenti di arte? Questi ultimi hanno il dovere di indagare e raccogliere prove definitive sull’autenticità di un’opera facendo ricerche sulla sua provenienza o possono solo basarsi sulle dichiarazioni di una galleria rispettabile?

Si tratta di un ammonimento per ogni collezionista per gli errori dovuti al fatto di fare affidamento su un’amicizia di vecchia data con il gallerista. Infatti, in ragione di tale unione, si tende a credere che vi sia una garanzia o un obbligo legale del gallerista di agire nell’interesse del collezionista.

Opere d'arte diritto d'autore

Le battaglie legali che hanno visto schierati uno contro l’altro galleristi e collezionisti acquirenti, si sono, nella maggior parte delle volte, concluse con una transizione.

Richard McKenzie contro la Forum Gallery di New York 

Richard McKenzie ha chiamato in giudizio la Forum Gallery di New York e i suoi proprietari, Robert e Cheryl Fishko, in un’aspra contesa che coinvolge ben quattro cause legali. L’attore ha contestato la loro promessa, verbale, di vendere a lui opere d’arte a condizioni favorevoli. 

Secondo McKenzie gli accordi sarebbero stati di vendere le opere degli artisti trattati dalla Forum a lui con un 20% di sconto. Mentre le opere che Forum avesse trovato sul mercato secondario sarebbero state vendute ad un costo maggiorato di una commissione del 5%. I convenuti avrebbero violato l’accordo vendendo alcune opere a tassi più elevati.

The first suit, filed in federal court in New York, seeks to recover $3.8 million in what McKenzie’s lawyer Eric Grayson referred to as “overcharges and inflated pricing” on artworks McKenzie purchased from Fishko over the years. The second, filed in Connecticut, concerns a Renoir sold to McKenzie by Fishko that McKenzie now says is a forgery. McKenzie claims that Fishko orchestrated a meeting in a dark Parisian apartment with a desperate woman willing to unload an undiscovered Renoir for $325,000.

McKenzie ha affermato di avere uno speciale rapporto fiduciario con gli imputati che agivano nel suo interesse.

Cheryl Fishko “ha fatto leva su questo rapporto personale … [per] promuovere un falso senso di fiducia … un vero amico non avrebbe approfittato di me”, si legge nella denuncia.

Gli imputati hanno violato il rapporto di fiducia e di mandato, ha affermato McKenzie, quando hanno agito nel loro interesse, invece che nel suo.

Il Giudice federale di Manhattan Laura Taylor Swain si è pronunciata respingendo le accuse di McKenzie. Ha dichiarato che l’accordo non scritto era troppo vago per essere definito contratto. Ha detto anche che “un’amicizia di lunga data, di 50 anni, non è sufficiente per provare un rapporto fiduciario.”

In conclusione, quando si tratta di diritto d’autore e opere d’arte gli accordi sono validi solo se fatti per iscritto. L’amicizia non crea alcun obbligo o rapporto fiduciario. Una galleria di solito non è obbligata ad agire nell’interesse del compratore.

Frances Hamilton White contro Ann Freedman e la Knoedler & Co. 

Nel 2000 Frances Hamilton White insieme a suo marito acquistarono quello che supponevano essere un dipinto autografo di Jackson Pollock, un dripping pagato 3,1 milioni di dollari.

Dal 2011 altri nove casi di frode sono stati portati in tribunale da parte di collezionisti truffati dalla titolare della galleria newyorkese Galleria Knoedler, Ann Freedman. I convenuti sono accusati di aver consapevolmente venduto circa $ 60 milioni di dipinti falsi.

Diritto d'autore sulle opere d'arte

Si tratta della più grande operazione patacca degli ultimi anni. Rothko e Pollock dipinti da un oscuro imbrattatele cinese e venduti grazie alla storica galleria Knodler.

Trentatré milioni di dollari trasferiti in una banca spagnola a suo nome, erano solo una parte degli almeno 80 a cui ammontava la truffa ai danni di collezionisti famosi (tra cui anche Domenico Del Sole presidente del gruppo Gucci) ai quali negli Stati Uniti i fratelli Diaz riuscirono a vendere circa 60 dipinti tra Rothko, Pollock e Motherwell. Tutti falsissimi, naturalmente.

L’enorme scandalo ha scosso il mondo dell’arte. È pacifico che Knoedler abbia venduto falsi, ma gli imputati negano e dicono di essere stati ingannati a loro volta. Knoedler e Freedman sostengono che, poiché i collezionisti – Domenico e Eleanore De Sole – sono esperti e famosi, avrebbero dovuto loro stessi svolgere la propria due diligence e apprendere della falsità delle opere con uno sforzo minimo (Domenico De Sole in seguito divenne presidente di Sotheby).

I collezionisti, d’altra parte, si difendono dicendo che si sono affidati al prestigio della galleria dei Knoedler e su ciò che Freedman aveva detto loro, il che includeva l’originalità delle opere.

Il giudice federale di Manhattan, Paul Gardephe, ha respinto le mozioni della galleria trovando credibili le argomentazioni dei collezionisti: “I querelanti non lavorano per le gallerie d’arte …sono consumatori che ovviamente si basano sulla fama di una delle più rinomate gallerie d’arte di New York City”.

Ma poiché non vi erano sufficienti prove a sostegno di nessuna delle due tesi, Gardephe ha deciso di demandare la decisione alla Giuria. La Galleria ha chiuso i battenti e la maggior parte delle questioni legali e delle cause intentate sono state risolte transattivamente.

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